Il Rettore del Santuario della Famiglia a Mesero ripercorre gli ultimi dodici mesi, ricchi di momenti celebrativi, pellegrinaggi e occasioni formative. E per il futuro si pensa a un’attenzione specifica alle adolescenti
di monsignor Paolo MASPERI
Rettore del Santuario della Famiglia a Mesero
Il Santuario della famiglia: una tappa del cammino nel Santuario di Santa Gianna Beretta Molla a Mesero. Un anno (2014 – 2015) è volato: è il primo della mia permanenza.
Uno scritto non riempie sempre la bellezza e la ricchezza di un vissuto. Incontri, volti, storie personali, familiari e comunitarie: di tutto e di più. Il mio compito qui è quello di far conoscere, presentare, indicare la vicenda di una donna riuscita nel suo impegno di medico, donna, sposa, madre, credente, educatrice e piena di cuore.
Le persone di riferimento a cui è rivolto l’annuncio sono i più diversi: bambini, adolescenti, fidanzati, mamme, spose, famiglie. Tutto questo nelle diverse fasi della vita: in occasione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, nelle preparazione ai matrimoni, ai momenti di preghiera in concomitanza del Sinodo straordinario della famiglia dello scorso ottobre. Non mancano momenti fortemente caratterizzati: desideri, propositi, impegni. La vita di Santa Gianna si presta in modo arricchente alla declinazione di momenti pastorali che la vita di un Santuario può offrire.
Quante sono le persone che, in un modo o nell’altro, hanno bussato alla porta di questa Casa accogliente, semplice, ma piena di affetto verso quanti cercano risposte, attenzioni, una carica di propositi per la vita? Dal settembre del 2014 al giugno del 2015 si sono calcolati circa 7.300 pellegrini. Le diverse manifestazioni di preghiera, celebrazioni, riflessioni, visite al cimitero per onorare la tomba della Santa, al Santuario, all’ambulatorio: questi i luoghi normalmente scelti.
Ogni pellegrinaggio ha la sua tipologia, secondo il tempo a disposizione e località connesse: quest’anno, per esempio, molte persone hanno approfittato dell’ostensione della Sindone a Torino per fare sosta nel Santuario di Mesero. Non sono mancati pellegrinaggi nei luoghi della vita di Santa Gianna a Magenta dove la Santa è nata e si è sposata; a Pontenuovo di Magenta, dove per 7 anni ha vissuto la vita coniugale e dove ha concluso la sua esistenza a 39 anni. I pellegrini di solito provengono dall’Italia e in particolare dalla Lombardia: non mancano però devoti amici di Santa Gianna dalla Polonia (numerosissimi!), dagli Stati Uniti, dal Brasile, dalla Slovacchia…
La vita del Santuario conosce momenti non solo celebrativi – belli e solenni quelli alla presenza di monsignor Pierantonio Tremolada, monsignor Roberto Busti (nella festa di Santa Gianna), monsignor Giampaolo Citterio, vicario episcopale di Zona, e di altri sacerdoti amici -, ma anche formativo sulle tematiche matrimoniali e bibliche che don Franco Manzi ci ha aiutato a conoscere, presentandoci «le sette perle del fidanzamento e del matrimonio». Anche per il 2016 c’è un’interessante prospettiva di riflessione circa un tema forte nella vita di Santa Gianna, l’intensa capacità cristiana di affrontare la sofferenza: è la spiritualità di San Paolo nella lettera ai Filippesi e nella seconda lettera ai Corinzi.
Uno sguardo al futuro? Non so, ma penso a una opportunità che si potrebbe realizzare: un’attenzione particolare alle adolescenti, perché in alcuni momenti a loro dedicati possano riflettere su alcune scelte della loro vita, come Santa Gianna fece nel 1938 a Genova. Da un ritiro spirituale guidato dal predicatore padre Michele Avedano gesuita nacque il suo proposito: tre parole semplici, ma incisive come era il suo carattere: «Voglio amare Gesù».
Anche qui il suo «per sempre».