Al Monte Stella l'intitolazione al sacerdote ambrosiano “Ribelle per amore”, presidente onorario della Fondazione Baden
Giovedì 6 marzo, alle 11, un albero nel “Giardino dei Giusti” di Milano, situato al Monte Stella, sarà intitolato a monsignor Giovanni Barbareschi, 92 anni, uno dei sacerdoti ambrosiani “ribelli per amore”, amico ed esecutore testamentario del Beato don Carlo Gnocchi, oggi presidente onorario della Fondazione Baden.
Un importante riconoscimento all’impegno “fedele e ribelle” di don Giovanni per il salvataggio di vite messe in pericolo dalla persecuzione e dalla guerra, nei momenti più duri della Resistenza e anche dopo la Liberazione.
Classe 1922, oltre a essere stato proclamato “Giusto tra le Nazioni” don Barbareschi è Medaglia d’Argento della Resistenza. Dopo l’8 settembre 1943 fonda il giornale delle Brigate Fiamme Verdi Il Ribelle e porta in salvo, in Svizzera, ebrei, militari alleati e ricercati politici. Il 10 agosto 1944, ancora diacono, Barbareschi viene inviato dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster a impartire la benedizione ai partigiani uccisi in piazzale Loreto. Viene ordinato sacerdote il 13 agosto 1944 dal cardinale Schuster e celebra la sua prima messa il 15 agosto; la notte stessa viene arrestato dalle SS, mentre si sta preparando per accompagnare in Svizzera degli ebrei fuggitivi.
Liberato, don Barbareschi parte per la Valcamonica, dove si aggrega alle Brigate Fiamme Verdi e diventa cappellano dei partigiani. Dopo essere stato arrestato viene portato nel campo di concentramento di Gries vicino a Bolzano, da dove riesce a fuggire prima di essere trasferito in Germania. Ritornato a Milano, diventa il “corriere di fiducia” tra il Comando alleato e il Comando tedesco durante le trattative per risparmiare da rappresaglie le infrastrutture milanesi. Dal 25 luglio 1945, su mandato del cardinale Schuster, si adopera per evitare rappresaglie contro i vinti.
Dopo la guerra ritorna all’attività pastorale e all’insegnamento, attività che svolge per decenni. È stato inoltre assistente della Fuci e degli Scout. Grande amico di don Carlo Gnocchi, lo aiutò nella sua opera e diventò il suo curatore testamentario.