Nel primo anniversario dell’invasione russa, martedì 21 febbraio un convegno di Caritas Ambrosiana fa il punto sull’azione svolta in particolare per accogliere i profughi
Dodici mesi di orrore, figlio di una guerra crudele. Dodici mesi di sorprendente abnegazione, espressa da una trama di accoglienza ramificatasi in molte regioni d’Europa e d’Italia, e che regge alla prova del tempo anche nella Diocesi ambrosiana. Alla fuga di milioni di profughi dall’Ucraina, iniziata tra febbraio e marzo 2022, in seguito all’aggressione russa, hanno risposto istituzioni e organismi umanitari dei Paesi confinanti, ma in maniera massiccia anche attori di territori più lontani. Caritas Ambrosiana, le cooperative sociali del suo sistema, le parrocchie e altri soggetti della diocesi di Milano, hanno fatto e stanno continuando a fare la loro parte.
Oltre 1600 in Diocesi
Di questo sforzo di accoglienza, che a Milano e nella sua diocesi ha riguardato in un anno oltre 1.600 profughi – ospitati e supportati grazie a canali ufficiali e a convenzioni con le istituzioni pubbliche, ma anche attraverso una capillare mobilitazione spontanea e informale –, darà conto il convegno (moderato da Alberto Chiara, giornalista di Famiglia Cristiana) che Caritas Ambrosiana ha organizzato per la mattinata di martedì 21 febbraio (vedi qui la locandina). Oltre ai dati, verranno prodotte testimonianze da parte di operatori sociali e pastorali, parroci e volontari, che si sono resi protagonisti del prolungato sforzo di ospitalità, di cura del corpo e dello spirito, di inclusione sociale, educativa, lavorativa e abitativa prodotto a favore delle vittime della guerra (vedi qui il programma).
I progetti in loco
Il rapporto che verrà presentato avrà anche un versante “esterno”: verranno infatti presentati gli esiti dei progetti finanziati direttamente da Caritas Ambrosiana a favore dei profughi riparati nella Repubblica di Moldova, nonché i risultati dell’azione condotta da Caritas Ucraina e Caritas Spes (espressioni della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino e della Chiesa latina), che grazie al supporto del network internazionale Caritas hanno prestato aiuto a circa 4 milioni di persone in patria.
Leggi anche:
Cosa ci ha insegnato l’accoglienza “di popolo” dei profughi ucraini