Dal Sud Sudan al Mali, dal Centrafrica al Bangladesh, passando per il Brasile: i protagonisti della manifestazione porteranno in città la loro testimonianza da ogni angolo del globo. Ecco alcuni fra gli ospiti internazionali della kermesse

missione

di Stefania Cecchetti

Com’è naturale che sia, il Festival della Missione, in programma a Milano dal 29 settembre al 2 ottobre, vedrà avvicendarsi, sui tanti palchi che saranno allestiti, numerosi ospiti provenienti da tutto il mondo. A cominciare dai missionari, i veri protagonisti della manifestazione.

Christian Carlassare, non è “un semplice” missionario comboniano, ma anche il vescovo di Rumbek, in Sud Sudan. Al momento della sua elezione, l’8 marzo 2021, aveva solo 44 anni e si guadagnò il titolo di più giovane vescovo cattolico italiano. La sua ordinazione episcopale, però, non potè avere luogo a causa dell’attentato ai suoi danni compiuto da uomini armati nella notte del 25 aprile 2021. Dopo un periodo di riabilitazione, un anno dopo, monsignor Carlassare ha finalmente iniziato il suo ministero alla guida della diocesi di Rumbek.

Anche suor Gloria Cecilia Narvez – colombiana, una vita dedicata ai più vulnerabili e bisognosi della società – è stata vittima di violenza. Il 7 febbraio 2017 è stata rapita da un gruppo di Al Qaeda nella sua casa di missione a Karangasso, nel Mali, dove era arrivata nel 2010 come superiora e responsabile della missione, impegnandosi soprattutto per il benessere dei bambini e la promozione delle donne. Per 4 anni e 8 mesi è rimasta sotto il potere di diversi gruppi armati. Il 9 ottobre 2021 è stata rilasciata alla frontiera del Burkina Faso.

Tra gli ospiti internazionali del Festival anche padre Bernard Kinvi, missionario camilliano di nazionalità togolese. Dopo aver risieduto nella Repubblica Centrafricana dal 2010 al 2019, presso la parrocchia di Santa Teresa, successivamente è stato direttore dell’Ospedale San Giovanni Paolo II di Bossemptélé. Quando nel 2013 il Centrafrica venne sconvolto dalla violenza, padre Kinvi salvò dalla morte migliaia di persone, per la maggior parte musulmani. Molti i premi ricevuti per il suo impegno eccezionale in favore dei diritti dell’uomo: vincitore del premio 2014 Alison Des Forges, nominato per il premio Aurora nel 2016 e ambasciatore di Buona Volontà nel 2019. Co-autore con Tigrane Yegavian del libro Mission (Les éditions du Cerf, 2019), attualmente è alla fine della missione e dello studio in Scienze Infermieristiche e in Scienze dell’Educazione in Burkina Faso.

Solo apparentemente meno “avventurosa”, ma non per questo meno esemplare, la vicenda di un’altra missionaria, suor Annamaria Panza, che di sé dice: «Non ho fatto grandi cose… ma sono felice per tutte le opportunità ricevute di conoscere gente, di approfondire la mia fede, di vivere immersa in una cultura che mi ha spalancato il cuore e la mente, e di poter umilmente essere testimone dell’amore di Gesù». Missionaria dell’Immacolata dal 1992, nel 2004 è partita per il Bangladesh dove è rimasta fino al 2020, lavorando principalmente con i giovani e nell’ambito del dialogo ecumenico e interreligioso. Attualmente si trova a Roma a servizio dell’Istituto.

Infine, come non annoverare tra le presenze internazionali del Festival della Missione anche Adriano Karipuna? Figura simbolo della resistenza dei popoli indigeni dell’Amazzonia contro la deforestazione e le minacce agli ecosistemi e alla vita delle comunità locali, Adriano è il leader dei Karipuna di Rondonia, uno dei popoli indigeni che ogni giorno combatte contro i progetti governativi del Governo federale del Brasile.

Leggi anche:

Verso il Festival/2: aperitivi missionari: testimonianze da “gustare”

Verso il Festival/1: le testimonianze di «Frontiera missione»

Festival della Missione, il video promozionale

Festival della Missione, in mostra la Diocesi nel mondo

Ti potrebbero interessare anche: