«Il Segno» di ottobre punta l’attenzione sui profondi cambiamenti del territorio del Decanato dove l’Arcivescovo sta compiendo la sua Visita pastorale
Negli ultimi anni il volto del territorio che comprende il Decanato di Turro è molto cambiato. La conseguenza è che molti abitanti storici del quartiere – tra viale Monza, via Padova e viale Palmanova – se ne stanno andando. Un fenomeno che il mensile diocesano Il Segno (in uscita oggi nelle parrocchie e già disponibile nella versione online) affronta in un’inchiesta a firma di Dario Paladini, che nel tempo si è occupato di cambiamenti dal punto di vista urbanistico e sociale.
Se in passato questi quartieri erano famosi per il degrado, il sovraffollamento e l’abusivismo, dall’altra oggi sono diventati chic. Da qui il fenomeno detto di «gentrificazione», cioè «la trasformazione di palazzi e vie popolari in palazzi e vie di pregio, con impennata di prezzi al metro quadro degli immobili che costringe le famiglie meno abbienti a spostarsi in altre zone di Milano o in altri comuni», come spiega l’autore dell’inchiesta.
È chiaro che questa riqualificazione dei quartieri sta avvenendo a discapito dei meno abbienti. Diverse famiglie, anche storiche, incapaci di sostenere i rincari dei prezzi, hanno infatti già abbandonato la zona. Tra l’altro stiamo parlando di una zona che oggi si conferma a più alta presenza di stranieri, pari al 38% (rispetto al 22% complessivo di Milano).
Chi se ne va?
A farne le spese sono anche quelle realtà che negli anni hanno reso il quartiere vivace e creativo: associazioni e cooperative sociali attive sul territorio in diversi ambiti. Che fine faranno tutte queste organizzazioni che contribuivano a dare un volto umano a solidale al quartiere? Diversi abitanti che si erano impegnati nella fondazione o realizzazione di progetti sociali se ne stanno già andando.
Quest’anno il prezzo al metro quadro nelle aree di Turro, Cimiano e Pasteur aumenterà tra il 7,6% e l’8,4%. Dati allarmanti, che vengono dalle agenzie immobiliari pronte a fare grandi affari. «L’aumento del prezzo di vendita degli immobili – scrive Paladini – induce i proprietari a sfrattare i vecchi affittuari per poi vendere o affittare a nuovi inquilini con canoni ben più alti».
Intanto, dice Dino Barra, presidente degli “Amici del Parco Trotter”, «sono sempre di più le famiglie che ci raccontano che devono andarsene perché è stato loro aumentato il canone d’affitto». Sradicare gli abitanti dal loro orizzonte quotidiano è fonte di spaesamento e malessere e contrario alla cittadinanza attiva.
Ora questi quartieri, ribattezzati NoLo (North of Loreto), stanno attirando molti professionisti e a nulla servono le petizioni e le richieste degli abitanti al Comune di Milano di aumentare l’offerta di case, incentivando i piccoli proprietari di abitazioni sfitte a renderle disponibili a canone concordato, di acquisire appartamenti all’asta o sfitti da tempo per ristrutturarli e affittarli a canone sociale, di recuperare gli stabili abbandonati, fino ad avviare progetti di portierato sociale.
Il rischio è che il fenomeno di «gentrificazione», che ora riguarda NoLo, possa allargarsi lungo via Padova e viale Monza.