Lo sviluppo rurale tema scelto dall’Onu per la Giornata mondiale del turismo. Un'occasione per frequentare mète di prossimità, esprimendo vicinanza concreta ai lavoratori del settore
di Massimo
Pavanello
Incaricato regionale turismo
Ma che cosa c’è da festeggiare? In effetti, la Giornata mondiale del turismo – che si celebra il 27 settembre – quest’anno porta con sé fatiche inedite.
Circa un miliardo di turisti internazionali in meno e circa 1.200 miliardi di mancate entrate. Insieme alla perdita enorme di posti di lavoro. Queste sono le previsioni per la fine del 2020. Ciò, però, non deve paralizzare. In tal senso, Papa Francesco ha affermato: «Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla […]. Ora, nel grande sforzo di ricominciare, quanto è dannoso il pessimismo, il vedere tutto nero, il ripetere che nulla tornerà più come prima!».
Per questo, “Turismo e sviluppo rurale”, il tema scelto dall’Onu prima dell’emergenza Covid-19, indica provvidenzialmente una delle strade verso una possibile ripresa del settore turistico. In particolare, quello rivolto alle mete extra-urbane, piccoli villaggi, borghi.
Il cardinale Peter K.A. Turkson ne è convinto: «Si tratta della promozione del turismo sostenibile e responsabile che, attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, riconosce la centralità della comunità locale ospitante […]; un turismo quindi che favorisce la positiva interazione tra l’industria turistica, la comunità locale e i viaggiatori».
Il pensiero del Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale declina bene quanto argomentato nella enciclica Laudato si’, di cui ricorre il quinto anniversario dalla firma. Una circostanza marcata da un intero anno di riflessione e di azione sui temi in oggetto. Un mezzo per contrastare anche la povertà. Il prelato, qui, se ne fa interprete: «Il turismo responsabile e sostenibile, valorizzando le risorse e le attività locali, è auspicabile come uno dei fattori di svolta nella lotta contro la povertà, che la pandemia Covid-19 ha fatto aumentare in maniera esponenziale».
Come celebrare la Giornata
Che cosa fare, allora, in un clima ancora caratterizzato da restrizioni di movimento? Come celebrare questa annuale ricorrenza anche vicino casa? Ecco, a titolo esemplificativo, solo alcune possibili mosse.
Dal punto di vista della solidarietà, c’è l’opzione di implementare – con una propria offerta – il Fondo ambrosiano San Giuseppe, dedicato proprio a quanti hanno perso il lavoro a causa della pandemia. O simili strumenti. Anche diversi operatori del turismo hanno già bussato a questa porta.
Per chi viaggia, ci sono itinerari rodati cui basta affidarsi.
Usando l’auto si può ricorrere a “Sei in un Paese meraviglioso”, l’iniziativa di Autostrade per l’Italia che valorizza le mete site nei pressi delle uscite autostradali.
Quanti preferiscono l’aria aperta, invece, possono compulsare la guida “Cammini” (www.in-lombardia.it) che resta punto di riferimento insuperato per la Regione Lombardia: diciannove itinerari, d’impronta religiosa, nella natura. Per non dire dei parchi urbani, che sono di facile fruizione.
Anche l’agenzia Duomo viaggi (cfr www.lombardiacristiana.it) offre appuntamenti in linea con l’argomento trattato.
Persino chi non esce di casa, può comunque tenere acceso un faro sul turismo. Con un semplice voto, per esempio. “I luoghi del cuore”, promossi dal Fai, sono una gara virtuosa tra località. Su 5748 risultati lombardi, 1384 riguardano beni ecclesiastici. Dietro la classifica, c’è la passione di cittadini motivati.
Distanziamento fisico non è sinonimo di distanziamento sociale e tanto meno fraterno. Già lo scorso marzo i responsabili ecclesiali del turismo di Lombardia, Emilia Romagna e Veneto scrissero ai lavoratori del settore. La Giornata mondiale del turismo è una ulteriore occasione per esprimere loro vicinanza e speranza. Una speranza che per i credenti deriva dalla fede. Per questo motivo il Dicastero vaticano preposto ha stilato per l’occasione anche una preghiera.