Presso il Teatro del Centro Asteria, molte persone sorde e con disabilità uditive hanno dialogato con l’Arcivescovo. Si rivedranno, con ogni probabilità, in Duomo tra qualche mese, per sensibilizzare al problema della loro esclusione anche a livello ecclesiale

di Annamaria Braccini

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Lo accolgono in festa con il tradizionale saluto della lingua dei segni, agitando le mani.Il Teatro Asteria, attrezzato con le più moderne tecnologie, ospita l’Arcivescovo che incontra, per sua stessa richiesta, persone sorde e con disabilità uditive. Con lui, sul palco, sotto il grande schermo video dove è trascritto tutto ciò che viene detto, ci sono il vicario episcopale monsignor Luca Bressan, il responsabile del Servizio per la Pastorale della Salute, don Paolo Fontana e don Luigi Poretti, cappellano per i fedeli sordi.

Il presidente per la Lombardia dell’Ente Nazionale Sordi (ENS, fondato il 24 settembre 1932), Renzo Corti, anche lui non udente, prende la parola iniziale. «La presenza di monsignor Delpini è una grazia pastorale e sono sicuro che in questo incontro ascolterà la voce dei sordi, attraverso la lingua dei segni, per approfondire il nostro rapporto con la società», dice, avanzando qualche proposta. «Attenzione per gli studenti sordi con una formazione anche per la religione, oggi sacrificata a favore di altre materie di studio nelle sole 10 ore settimanali di sostegno specifico; un padre spirituale per l’Ente; l’aiuto nella partecipazione alla Messa domenicale, usando strumenti spesso già a disposizione delle parrocchie come i microfoni che consentono la traduzione automatica con sottotitolazione; e, infine, la possibilità di accedere a un protocollo di intesa per preparare giovani preti a imparare la LIS (Lingua dei Segni in Italiano).

Il vicepresidente dell’Istituto Nazionale dei Sordi, Daniele Brandolino, introduce il diacono permanente Umberto Castelli, membro del Consiglio di Amministrazione e rappresentante dell’Arcivescovo nell’Istituto fondato 160 anni fa dal sacerdote ambrosiano Giulio Tarra. Racconta, Castelli, i passi fatti per supportare, anche nella Catechesi, i bimbi e gli adulti sordi e presenta, proprio per colmare «il vuoto tra ministri e operatori della Diocesi», un libretto di preghiera in LIS (anche con la possibilità della realtà aumentata e primo di altri tre previsti sulla vita, i miracoli di Gesù e la Pasqua) unitamente alla scelta di promuovere una settimana intensiva sulla lingua dei segni religiosa, in programma per l’anno prossimo in Seminario.

C’è anche un’alta presenza istituzionale, Marina Tavassi, presidente della Corte di Appello di Milano, fondatrice di “Alfa, Associazione Lombardia Famiglie Autolesi”, che porta la sua esperienza personale. È, infatti, madre di Sabrina, sorda profonda, arrivata a risultati ottimi con la terapia. «Mia figlia, con la sua diversità, non voglio parlare di disabilità, è diventata medico, è forte e determinata, conduce una vita normale, è mamma di due splendidi bimbi. Vogliamo insistere perché i programmi televisivi siamo tutti sottotitolati anche quelli in diretta».

Ancora altre testimonianze si alternano: Elisabetta, sorda figlia di sordi, a sua volta mamma di 2 ragazzi udenti, narra la sua sofferenza per tanti momenti non facili, soprattutto nelle confessioni sbrigative, nella mancanza di sostegno spirituale e per non aver potuto ottenere un interprete al Battesimo e alla Messa della Comunione del suo primo figlio. «A scuola i sordi hanno diritto all’assistente di sostegno per la comunicazione, ma in chiesa?», si chiede. Gli fa eco Pino Del Grosso: «Oggi siamo nella diaspora dopo l’alienazione degli istituti dei sordi, in cui abbiamo ceduto sulla formazione cristiana. Ci manca una luce che entri nei nostri cuori per avere un vero Credo, altrimenti rimarremo come persi». Il rimedio? «Un ritrovarsi speciale di tutti i non udenti e un Centro di ascolto dove spiegare, specie ai piccoli, l’abc del Vangelo».

Anche Martina spiega: in Italia vi sono 45.000 persone sorde con invalidità totale, 500mila con disabilità oltre il 30% e ben 8 milioni, tra cui moltissimi anziani, con difficoltà in grado di invalidare la vita sociale». Di fronte a tutto questo, gli aiuti invocati sono ancora un utilizzo delle nuove tecnologie quali impianti per le Messe – «i social aiutano molto noi non udenti» – e canali visivi come i grandi schermi.

A conclusione della mattinata, dopo la presentazione di altre Associazioni (tra cui Aguav che aiuta meritoriamente le famiglie dei piccoli disabili con trapianti cocleari), arriva il ringraziamento dell’Arcivescovo «per questo incontro che ho molto desiderato».

Cita, Delpini, monsignor Emilio Puricelli – per decenni assistente ecclesiastico diocesano dei sordi, scomparso nel 2016 – e monsignor Gianpiero Gabardi che, sottolinea, «mi hanno sempre raccomandato di trovare una cura pastorale per i non udenti. Ma ho fatto poco, la Chiesa è in debito con tutti dell’annuncio del Vangelo, ma forse verso alcune persone il debito è più grande perché non riescono a entrare in chiesa per le barriere architettoniche o a comunicare per mancanza di udito o perché non parlano la nostra lingua. Per loro dobbiamo sentire una particolare attenzione e trovare il modo di rimediare. Alcuni consigli e richieste venute oggi mi sembrano concrete e attuabili e tenterò di pagare questo debito, facilitando l’incontro di ognuno con il Vangelo. Propongo che, tra qualche mese, si possa organizzare un altro incontro per condividere i pensieri d tanti altri che oggi avrebbero voluto intervenire».

Da qui anche una richiesta: «Se la Chiesa è in debito, lo è anche ogni cristiano nella testimonianza e nell’annuncio della parola di Cristo. La comunità cristiana che è in Milano chiede a voi la collaborazione per superare la distanza, condividere la fede, partecipare alle attività e risolvere insieme i problemi che si pongono».

Non una cosa facile – ammette il Vescovo –, ma certamente, la tradizione del Clero ambrosiano, che ha mostrato una cura specifica per i non udenti da don Tarra in avanti, aiuta.

La scommessa è sulla formazione all’apprendimento della LIS da parte giovani preti e dei seminaristi. «Ho fiducia che la buona volontà di tutti e il dono dello Spirito santo ci aiutino a fare esperienza dell’appartenenza alla Comunità cristiana in cui tutti siamo pietre vive che costruiscono e si fanno costruire».

L’ultima proposta, accettata con entusiasmo, viene da don Poretti: «Speriamo che l’incontro che ci ha promesso l’Arcivescovo avvenga in Duomo con per una Celebrazione inclusiva», sul modello delle Messe, celebrate ormai da diverso tempo, i cui i sordi si recano, la domenica in singole parrocchie di appartenenza di qualcuno di loro, per partecipare tutti insieme all’Eucaristia. Il prossimo appuntamento a Corbetta, presso il Santuario della Madonna di Miracoli, domenica 27 maggio, là dove, narrano le cronache, nel 1555 il piccolo Giovanni, riacquistò udito e parola davanti all’immagine della Vergine oggi venerata.

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