È ora disponibile in via della Conciliazione, sede della Fondazione Giovanni Paolo I istituita il 17 febbraio 2020. Il ricco materiale copre un arco di 50 anni e comprende anche l'agenda del pontificato
di M. Michela
NICOLAIS
L’Archivio privato di Albino Luciani, Papa Giovanni Paolo I, “torna” a Roma. È una delle iniziative della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I, istituita da Papa Francesco il 17 febbraio 2020. «Sono le carte di una vita», spiega Stefania Falasca, vicepostulatrice della causa di canonizzazione e vicepresidente della Fondazione presieduta dal Cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Raccontano un arco di tempo che va dal 1929 al 28 settembre 1978. «Della loro esistenza – rende noto la giornalista di Avvenire – si venne a conoscenza solo agli inizi del Duemila: «Fui incaricata della prima ricognizione nel 2007 dall’Inquisitio dioecesana suppletiva, disposta dal vescovo di Belluno-Feltre nell’ambito della causa di canonizzazione del Papa di origini venete». «Si tratta – continua Falasca – di una ricchissima raccolta di materiale documentale eterogeneo che abbraccia un cinquantennio, costituito dall’insieme di carte che comprendono gli scritti autografi, quaderni, notes, agende, materiale a stampa e fotografico, corrispondenza. La misura di queste carte, che si caratterizza principalmente come schedario personale, è in gran parte quella degli interventi, della lezione, della conferenza, delle omelie, degli articoli, delle pubblicazioni». Più che un diario intimo, le carte di Albino Luciani rientrano in quel genere di archivi definiti “specchi di carta”: «Seppure eccezionalmente sono presenti puntuali descrizioni in forma diaristica, come alcuni appunti relativi alla sua partecipazione al Concilio Vaticano II o dell’udienza privata con Giovanni XXIII in occasione della sua consacrazione vescovile. Luciani appare estraneo alla forma di una diaristica intima e privata. Agli scritti dell’Archivio si univa, come parte integrante di questi, anche una fornita biblioteca. Nel loro insieme funzionavano come laboratorio, costituivano cioè quella che può definirsi l’officina di lavoro di Luciani. Una sorta di cantiere aperto, work in progress indispensabile, dove continuamente attingere e aggiungere e luogo di confluenza di diverse letture assemblate dalla sua capacità di sintesi e di interlocuzione».
Una copia rimane a Venezia
Tale documentazione, fino ad ora, era custodita nella sede dell’Archivio storico della Diocesi di Venezia, che, comunque, ne manterrà una copia. Con la morte di Papa Luciani e la successiva elezione di Giovanni Paolo II, infatti, tutto l’Archivio personale del suo predecessore – compresa l’agenda e il taccuino del pontificato – nei giorni seguenti vennero spedite all’indirizzo del Palazzo patriarcale della Serenissima, dove rimasero fino al 2001 quando vennero versate presso l’Archivio storico del Patriarcato di Venezia. «A Venezia, come in tante parti del Nord-Est – testimonia il Patriarca, monsignor Francesco Moraglia – il ricordo di Albino Luciani è vivo e ben presente nel cuore di molti. Risalta tuttora la fisionomia spirituale di questo figlio della terra veneta che fu, per oltre otto anni, Patriarca di Venezia e poi Sommo Pontefice della Chiesa cattolica restando, però, sempre un mite e coraggioso lavoratore della vigna del Signore. Uomo obbediente a Dio e al suo progetto, fu chiamato a compiti ardui in tempi difficili, complicati e turbolenti – in campo ecclesiale e sociale – come la stessa storia attesta in modo chiaro».
L’opera omnia, la biblioteca e un convegno
Nella sede della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I, in via della Conciliazione a Roma, si lavora alla realizzazione del progetto dell’opera omnia. Il 1° marzo scorso, sotto la guida del Prefetto dell’Archivio apostolico vaticano, monsignor Sergio Pagano, è iniziato il lavoro di inventariazione e, contemporaneamente, con la collaborazione della Biblioteca apostolica vaticana, il lavoro di digitalizzazione del Fondo, partendo dalla serie delle 66 agende autografe (dal 1960 al 1978), tra le quali l’agenda e il taccuino del periodo del pontificato. Nei progetti già approvati dalla Fondazione si inserisce anche la ricostituzione della biblioteca personale di Albino Luciani da istituire a Venezia presso la Biblioteca diocesana del Seminario patriarcale. Nel contesto dei progetti avviati di prossima realizzazione è in programma la preparazione di un convegno sul magistero di Giovanni Paolo I con i lavori del Comitato scientifico, previsto per la primavera del 2022.
Il sito, la collana e l’accordo sui diritti
Tra i primi atti della Fondazione, l’Accordo quadro siglato con il Dicastero vaticano per la comunicazione in merito ai diritti editoriali per l’utilizzo degli scritti, delle registrazioni sonore e del materiale fotografico relativo a Giovanni Paolo I. Considerato inoltre che il Vaticano non dispone del materiale filmato inerente a Papa Luciani, dato che nel 1978 non era ancora stato istituito il Ctv (Centro Televisivo Vaticano), la Fondazione ha richiesto l’acquisizione per finalità non commerciali dei filmati conservati presso le Teche Rai. Con la Libreria Editrice Vaticana si è concordata la creazione di una collana ad hoc dedicata a Giovanni Paolo I. La collezione dei volumi si è aperta con la riedizione di due testi: la monumentale Biografia ex documentis curata da Stefania Falasca, Davide Fiocco e Mauro Velati e la riedizione del volume Cronaca di una morte, firmato da Stefania Falasca, di cui sono state effettuate anche le traduzioni in lingua inglese e spagnola di prossima pubblicazione. La collana proseguirà con l’opera, attualmente in fieri, riguardante l’edizione critica degli insegnamenti di Giovanni Paolo I, cui seguirà l’edizione critica del testo di Illustrissimi. Infine, è già online in italiano e in inglese il sito della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I.