La Visita pastorale del cardinale Scola riparte dal Decanato varesino: incontro alle 21 presso il Cinema Italia. Il decano don Stefano Venturini: «Abbiamo un patrimonio tradizionale da tradurre nella nuova fase che stiamo vivendo»
di Cristina CONTI
Giovedì 19 gennaio riparte la Visita pastorale feriale del cardinale Angelo Scola. L’Arcivescovo farà tappa a Somma Lombardo (Varese) dove, alle 21, incontrerà i fedeli del Decanato presso il Cinema Italia (viale Ugo Maspero, 12).
«Oltre alla preghiera abbiamo svolto un lavoro con i Consigli pastorali parrocchiali, quello decanale e le commissioni, per preparare la relazione da consegnare all’Arcivescovo. Un’occasione per riflettere sul cammino che stiamo facendo – commenta il decano don Stefano Venturini, responsabile della Comunità pastorale Santi Paolo e Barnaba di Arsago Seprio (Varese) -. Il nostro Decanato è piccolo. È nato nel 1972 dalla fusione di tre grandi Pievi storiche con la Basilica paleocristiana del V secolo di Arsago. Un’area agricola, poi sostituita da microindustrie, che negli anni Novanta è diventata una realtà di servizi. Oggi c’è un forte pendolarismo soprattutto su Milano e Gallarate. Insomma, un patrimonio tradizionale da tradurre nella nuova fase che stiamo vivendo: come ha detto papa Francesco, siamo di fronte a un “cambiamento d’epoca e non solo a un’epoca di cambiamenti”.
Quali sfide vi attendono?
È importante riscoprire il valore del territorio. Un’altra sfida è quella della famiglia, con tutte le sue fragilità. E poi recuperare la fascia degli adulti, tra i 30 e i 60 anni, spesso assente per il ritmo di lavoro complesso, ma anche forse per un linguaggio ecclesiastico troppo lontano.
L’immigrazione è presente nel vostro territorio?
Sì. Su un totale di circa 47 mila abitanti, 3.600 sono stranieri, l’8,5%, in linea con la media nazionale. Il numero è comunque inferiore rispetto ad altri centri vicini, come per esempio Gallarate. Gli stranieri provengono da Pakistan, Cina, Sudamerica, Nordafrica. E sono abbastanza integrati: in contesti di queste dimensioni è più facile.
La crisi economica si è sentita?
Si è sentita, soprattutto nel distretto tessile e metalmeccanico. Già prima del 2008 questi settori hanno iniziato una fase critica. A resistere è stato soprattutto chi ha avuto la capacità di lavorare su prodotti di nicchia. Altri sono riusciti a trovare lavoro spostandosi verso Milano, Busto Arsizio e Gallarate. Qui gli unici poli attrattivi per il lavoro sono rimasti l’aeroporto di Malpensa e Leonardo (quella che una volta era l’Augusta). Oltre agli interventi del Fondo Famiglia Lavoro della diocesi, abbiamo creato una sorta di rete di protezione contro i bisogni improvvisi, con pacchi alimentari o con il pagamento di bollette e rette scolastiche.
Giovani: a che punto siamo?
La pastorale giovanile vive esperienze di rielaborazione, perché la secolarizzazione e la dispersione si sentono. Nel nostro territorio non ci sono scuole superiori e in settimana i ragazzi gravitano su Gallarate, Varese e Sesto Calende. Il Decanato riesce a fare proposte efficaci. In base al principio della sussidiarietà pastorale, organizziamo appuntamenti insieme con le comunità che fanno più fatica per formare gruppi più ampi in cui i giovani possano identificarsi».