Al via i lavori del nuovo Emporio di Niguarda, un altro si attiverà a Lambrate in primavera, andando così a formare una vera e propria “catena”, che integra la consegna dei pacchi viveri
di Francesco
Chiavarini
Si riorganizza la distribuzione degli aiuti alimentari in Diocesi. Forse una delle più tradizionali attività caritative gestite dai volontari nelle parrocchie si aggiorna nel segno dell’efficienza e della dignità della persona, unendo pragmatismo e valori.
La scorsa settimana Caritas Ambrosiana ha annunciato l’avvio dei lavori per la realizzazione di un nuovo “Emporio della Solidarietà” a Milano. Il supermercato solidale aprirà i battenti nel quartiere Niguarda, negli spazi commerciali dismessi all’interno di un complesso di case popolari che il Comune ha affidato alla Fondazione San Carlo e che la stessa Fondazione ha ristrutturato grazie al contributo della Diocesi, in occasione della visita di papa Francesco a Milano. Con la sua apertura e un’altra, nel quartiere Lambrate, prevista per la primavera, saliranno a 8 gli Empori presenti nel territorio diocesano. Diventa così sempre più concreto il progetto di costituire una vera e propria catena solidale che insieme alle botteghe (al momento 5) sarà in grado di soddisfare il fabbisogno di circa un terzo delle 30 mila famiglie che chiedono sostegno alimentare ogni anno nei centri di ascolto della Diocesi, integrando e affiancando la consegna dei “pacchi viveri”.
L’intenzione di un cambio di passo maturò con l’inizio della crisi economica. Ci si era accorti, spiegano in via San Bernardino, che, sopraffatti dalle richieste di aiuto, i volontari dei centri di ascolto rispondevano aumentando il sostegno alimentare. La distribuzione di sacchetti di pasta e scatolame diventava di fatto una forma indiretta di sostegno al reddito – il vero problema di quelle famiglie – e assorbiva molte risorse, non solo economiche, delle Caritas parrocchiali. Sollecitati anche dalla partecipazione della Chiesa all’esposizione universale dedicata alla nutrizione Expo Milano 2015, in Caritas Ambrosiana si decise di mettere mano all’intero sistema. Di quel lavoro di ripensamento, ora si vedono i primi risultati concreti.
Rispetto alla distruzione dei pacchi viveri presso i centri di ascolto, la catena degli Empori solidali offre diversi vantaggi. Prima di tutto per gli utenti. Le persone costrette a chiedere aiuto possono decidere di mettere nel carrello, proprio come fossero in un normale supermercato, quello di cui hanno bisogno, scegliendo fra un’ampia selezione. Tra i generi alimentari, per esempio, trovano anche il “fresco”, in particolare buste di verdure congelate, tipologia di prodotti fondamentali per una dieta equilibrata specie nelle famiglie povere con bambini e assente nel paniere delle forme tradizionali di sostegno.
Fondamentale è poi la tessera assegnata dal centro di ascolto. L’utente dell’emporio la deve consegnare alla cassa perché vengano scalati i punti in base al prodotto che liberamente ha scelto. In questo modo l’utente viene responsabilizzato e gli operatori possono seguire l’evoluzione dei suoi bisogni nel tempo.
Il sistema degli “Empori della Solidarietà” inoltre permette di realizzare economie di scala. L’approvvigionamento avviene grazie ad accordi stipulati da Caritas Ambrosiana con aziende della grande distribuzione e può contare, in parte, anche sulle donazioni delle eccedenze alimentari, favorite ed incentivate dalla recente normativa, la cosiddetta Legge Gadda. Anche sul piano organizzativo i vantaggi sono indubbi. I volontari dei centri di ascolto, liberati dall’onere del confezionamento e dalla distribuzione dei pacchi alimentari, possono concentrare la propria attenzione sulla persona.