Il presidente di Progetto Arca, che negli anni ha esteso l’aassistenza ai senza dimora al supporto per il loro reinserimento sociale: «Chiederei anche di mettere in pratica gli “affidamenti diretti”. Con il Comune non abbiamo mai affrontato il tema del lavoro, sarebbe bello farlo»

di Luisa BOVE

Alberto Sinigallia
Alberto Sinigallia

Formazione, borse lavoro e inserimento diretto. È questo che la Fondazione Progetto Arca chiederebbe alla nuova amministrazione di Milano per rispondere al bisogno di lavoro delle tante persone che assistono. Nata nel 1994 da un gruppo di volontari di fratel Ettore, ha iniziato ad assistere i senza fissa dimora alla Stazione Centrale. Una realtà cresciuta nel tempo che oggi dispone di unità di strada, cucine mobili a Milano, ma anche a Napoli, Roma, Torino, Varese.

«Oggi siamo presenti in 18 regioni e solo a Milano abbiamo 17 strutture con 130 appartamenti per l’accoglienza», dice il presidente Alberto Sinigallia. Non solo. Nel 2016 Arca ha creato anche un’impresa sociale per il lavoro, «perché non basta dare da mangiare o un sacco a pelo, bisogna offrire formazione professionale ed economica con educatori finanziari, per insegnare a fare un mutuo, ad accantonare soldi in vista dell’affitto…», assicura il presidente.

Alla base ci sono «la formazione, le borse lavoro e l’inserimento diretto». Per questo, dice Sinigallia, «chiederei di incrementare le borse lavoro del CeLav, l’agenzia del Comune di Milano che offre borse lavoro alle persone indigenti». Di solito solo l’8-10% al termine del periodo ottiene un’assunzione: al Progetto Arca in alcuni anni sono addirittura il 90% coloro che rientrano nel mondo del lavoro grazie alla collaborazione con il centro di formazione Galdus.

«Chiederei anche di mettere in pratica gli “affidamenti diretti” – aggiunge il presidente -. C’è una legge che permette ai Comuni di assegnare servizi alle cooperative sociali senza gare d’appalto per l’inserimento di persone svantaggiate». La cifra messa disposizione è di 40 mila euro.

«Al momento la nostra impresa sociale fa lavorare 58 persone tra detenuti, uomini che escono dai dormitori, dipendenti da sostanze… La pulizia delle scuole e la cura del verde sono i lavori più utili per l’inserimento dei senza fissa dimora, perché sono persone abituate a stare all’aperto tutto il giorno, se vanno in fabbrica è facile che non resistano».

Il Progetto Arca, insieme ad altri enti del Terzo settore, partecipa al Tavolo delle povertà che fa capo alla Curia. «Potrebbe essere utile per il Comune interloquire con un unico soggetto, finora non abbiamo mai affrontato il tema del lavoro, ma sarebbe bello farlo».

 

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