Un appello per salvare la vita di 100 mila civili ancora “intrappolati” dentro la città, lanciato dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina
di Maria Chiara
Biagioni
Agensir
Un appello per aprire i corridoi umanitari a Mariupol necessari per salvare la vita di 100 mila civili ancora “intrappolati” dentro la città. A lanciarlo è S. B. Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina nel suo videomessaggio quotidiano diffuso nel 56° giorno dall’inizio del conflitto.
«L’Ucraina – dice l’arcivescovo maggiore – ha vissuto un giorno e una notte drammatici. Pesanti battaglie sanguinarie sono in corso nell’est della nostra patria, in particolare, nel Donbass, nella Slobodianshchyna, nel sud della nostra nazione. In particolare, in questi giorni preghiamo, piangiamo e lottiamo per la nostra gloriosa Mariupol che si oppone eroicamente al nemico; Mariupol che oggi fa appello alla coscienza dell’Ucraina e del mondo chiedendo di essere salvata. Si appella per aprire i corridoi umanitari necessari a salvare le vite umane. Più di 100 mila civili si trovano ancora in questa trappola infernale. Da diversi giorni non vengono più aperti i corridoi verdi. E salvare le vite delle persone in Ucraina è il compito di tutti noi: spirituali, civili, diplomatici».