Da lunedì 29 giugno le attività cercano di ricalcare per quanto possibile la tradizionale esperienza feriale: il responsabile don Marelli spiega come
di Cristina
CONTI
Lunedì 29 giugno si apre l’estate ragazzi di Seregno. Si potrà partecipare per 4 settimane, fino a venerdì 24 luglio. La Comunità pastorale San Giovanni Paolo II di Seregno comprende 47mila abitanti, in sei parrocchie. I ragazzi saranno divisi in questo modo: l’oratorio di Sant’Ambrogio, quello di San Carlo, quello di Santa Valeria e Ceredo, che accolgono elementari e medie, quello di San Rocco le elementari e Lazzaretto le medie. «Abbiamo previsto un gruppo al mattino e uno al pomeriggio con entrata e uscita scaglionate, per impedire assembramenti», spiega don Samuele Marelli, responsabile della Pastorale giovanile di Seregno.
Una iniziativa che ricalca a grandi linee e per quanto possibile la tradizionale esperienza degli oratori estivi. «Questa proposta non è scontata, ma è l’esito di un discernimento attento e di un’assunzione di responsabilità della comunità cristiana a partire dalla quale tutti si devono sentire interpellati – precisa -. I ragazzi sono diminuiti di un terzo rispetto allo scorso anno. Ma la loro partecipazione è un segnale importante».
Sarà garantita la presenza di un maggiorenne ogni 7 ragazzi delle elementari e ogni 10 delle medie. E in ogni gruppetto ci sarà la presenza di almeno un volontario di età superiore ai 16 anni. «Ci siamo resi subito conto che con le forze che normalmente abbiamo in campo avremmo potuto accogliere solo poche decine di bambini e ragazzi – continua -. Ma non ci siamo scoraggiati. La posta in gioco è troppo alta, il bene che si potrebbe fare è troppo grande e il bisogno dei ragazzi è troppo importante. E alla fine siamo riusciti a far collimare il numero delle richieste con la disponibilità degli spazi e degli adulti».
Mascherina e distanziamento dovranno essere rispettati per tutta la durata della presenza in oratorio (dal gioco al ballo), secondo le norme delle autorità competenti. È prevista poi la merenda al mattino e al pomeriggio, anche in considerazione del fatto che i bar resteranno chiusi. Due sono state le occasioni di presentazione della proposta ai genitori. Uno il 9 giugno nella chiesa del Sacro Cuore (oratorio di San Rocco), l’altro il 10 giugno, online, attraverso la piattaforma Zoom. Mentre le iscrizioni si sono chiuse il 25 giugno.
«Non potendo garantire l’intera giornata con il pranzo, il servizio che offriamo solo parzialmente può rispondere alle necessità di accudimento dei genitori – commenta don Marelli -. Attraverso la nostra proposta, però, vorremmo offrire quantomeno una preziosa opportunità di socialità educativa». Le famiglie hanno valutato una possibile disponibilità, anche parziale, dei genitori. La comunità cristiana e l’amministrazione comunale, ciascuna per la propria competenza, si sono messe in gioco: il Comune, infatti, ha quasi raddoppiato il contributo che dà agli oratori ogni anno e con i soldi in più sono stati pagati gli educatori che si aggiungono ai volontari. Si sono create inoltre reti di solidarietà. Si è cercato poi di superare la logica individualistica a partire dalla quale ciascuno pensa per sé e pretende dall’istituzione.
Il dopo-pandemia è una situazione molto difficile che rende necessaria la partecipazione e la disponibilità di tutti. «Abbiamo cercato di mettere in pratica la persuasione maturata in questi mesi di emergenza: la solidarietà reciproca e lo spirito di comunità devono realmente interpellare tutti, poiché sono quello che fa davvero la differenza», conclude don Marelli. Impegno e solidarietà possono davvero dare molto per aiutare bambini e ragazzi che hanno dovuto affrontare disagi e difficoltà durante i mesi scorsi.