Appuntamento all’Istituto Maria Ausiliatrice per gli istituti di ispirazione cristiana della Zona III. La preside Paola Perossi: «Un momento di confronto tra genitori, professori e studenti, dove si discute di situazioni concrete, senza dare per scontata la ricchezza umana della nostra proposta educativa, ma puntando a declinarla rispetto ai problemi di oggi»
di Cristina
CONTI
Venerdì 21 febbraio, alle 11, all’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco (via Caldone 18), l’Arcivescovo incontra il Tavolo territoriale della scuola cattolica e di ispirazione cristiana della III Zona pastorale. «Un appuntamento che nasce da una provocazione: mettere a tema in che modo l’ispirazione cristiana abbia una ricaduta sul rapporto con i genitori, la didattica, la proposta culturale ed educativa della scuola – spiega la professoressa Paola Perossi, preside del Liceo classico, scientifico e delle Scienze applicate “Giacomo Leopardi”, che parteciperà all’incontro -. Durante la mattinata ci saranno diverse testimonianze e successivamente verranno creati altri “tavoli” per fare rete».
Quali sono le realtà coinvolte?
I “tavoli” sono nati come momento di incontro tra genitori, professori e studenti delle scuole superiori. Sono prese in considerazione anche le altre scuole, ma come studenti sono stati coinvolti solo i più grandi. La particolarità di questi momenti è che emergono racconti, testimonianze, domande. Si discute di situazioni concrete, e questo è molto bello. Perché ci permette di non dare mai per scontata la ricchezza umana che c’è nelle nostre scuole. È un’occasione per fare memoria della grande sfida educativa a cui siamo chiamati. I nostri istituti, infatti, hanno una storia più o meno lunga e in questo momento è importante riuscire a declinare la nostra proposta rispetto ai problemi della società di oggi: dalla loro fondazione le cose sono molto cambiate. Tutti gli aspetti che ruotano attorno alla scuola devono essere calibrati per rispondere alle esigenze del presente.
Quali sono i problemi più presenti oggi tra i ragazzi?
Molto spesso le famiglie sono sfasciate, i ragazzi hanno poche occasioni di incontro e di socializzazione, anche tra loro (ci sono meno oratori, si partecipa meno a gruppi come gli scout), i genitori hanno molti impegni lavorativi. Ma la crescita avviene in rapporto con un adulto che ha voglia di mettersi in gioco. La scuola offre la possibilità ai ragazzi di incontrarsi con gli adulti. Non basta solo fornire loro istruzione, bisogna farli crescere. Il bello delle nostre scuole è che da noi ci sono insegnanti disposti a mettersi in gioco.
Quali le attese rispetto a quello che vi dirà l’Arcivescovo?
Come è avvenuto per il precedente Tavolo territoriale, ci aspettiamo che anche questa volta l’Arcivescovo ci aiuti a definire l’orizzonte di azione in cui dobbiamo muoverci. La scuola deve avere a cuore la formazione umana e culturale dei ragazzi: attraverso le materie di studio, deve favorire lo sviluppo dello spirito critico, aprire alle domande di senso e formare persone che possano muoversi liberamente nel mondo del lavoro e nella vita in generale.