L’Arcivescovo è intervenuto alla presentazione della struttura ideata in occasione di Expo e realizzata all’interno dell’ex teatro di Greco, dove grandi chef cucineranno per i poveri della città. Un luogo per nutrire il corpo e l’anima, grazie anche alle opere d’arte che lo impreziosiscono
di Claudio URBANO
«Nutre la vita solo ciò che rallegra il cuore»: cita Sant’Agostino, il cardinale Scola, per presentare il Refettorio Ambrosiano, inaugurato questa mattina nel quartiere di Greco a Milano. Un’opera nata dall’idea dello chef Massimo Bottura di recuperare il cibo in eccedenza di Expo per cucinare per i poveri, e dalla volontà del regista Davide Rampello di creare un luogo bello, come lo è un gesto di vera solidarietà. Un’idea subito accolta dalla Diocesi e dalla Caritas e realizzata nel vecchio teatro dell’oratorio di Greco. A partire da questa sera, infatti, al Refettorio ceneranno quasi novanta persone povere raccolte da Caritas Ambrosiana nei diversi percorsi di assistenza in città, in un ambiente che, «attraverso la bellezza, non potrà non rallegrare i poveri», è convinto il Cardinale. «Un’opera che mostra la capacità, tutta nel solco della tradizione ambrosiana, di coniugare povertà e bellezza – continua Scola -. Una bellezza sobria, che può nascere solo dall’unione dell’intelligenza e dall’amore di tanti professionisti che vi hanno lavorato, col risultato di arrivare a un’opera geniale».
Lo spiega con entusiasmo anche Massimo Bottura, che per questo progetto ha chiamato a raccolta 40 dei più importanti chef del mondo («Alain Ducasse verrà qui il 14 luglio per festeggiare la presa della Bastiglia»), che si alterneranno in cucina per creare un menù con gli scarti di Expo: «Qui, da stasera, senza il clamore mediatico cucineremo con l’anima, per cercare di donare un’emozione. Perché anche i poveri hanno diritto a sedersi in un ambiente bello. L’unico ingrediente certo sarà il pane secco, come una volta: tutto il resto sarà una sorpresa…», lascia la suspence Bottura, che si avvarrà della collaborazione dell’azienda Carpigiani che per l’occasione preparerà un gelato realizzato con materie prime di recupero.
«Non un’opera che nasce da menti sofisticate, ma un’iniziativa che, anche attraverso le opere d’arte, vuole contribuire a essere un segno contro lo spreco alimentare (1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono buttate ogni anno, e un quarto di esse basterebbe a sfamare tutti i poveri del pianeta), in una lotta per l’eliminazione della fame che si può vincere», ha ricordato il vicedirettore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti. A maggio i volontari Caritas hanno già recuperato da Expo 4 tonnellate di cibo, distribuendole nelle varie mense della città. Da oggi saranno portate anche al Refettorio. I cuochi della cooperativa Farsi Prossimo ruberanno i segreti degli chef stellati, per continuare a trasformare gli avanzi in gustose eccellenze anche dopo la fine di Expo. Quando non ci saranno gli chef, infatti, saranno i cuochi del Refettorio a cucinare: la gestione sarà affidata a uno staff composto da un responsabile, una cuoca, un aiuto e un educatore, aiutati da una settantina di volontari che daranno il turno nell’arco della settimana. Funzionerà da lunedì a venerdì la sera (nel fine settimana sarà a disposizione della comunità parrocchiale di Greco).
Da questa sera prenderanno vita anche le opere d’arte che abbelliscono la sala. A partire dal portale d’ingresso di Mimmo Paladino, che con la sua entrata stretta che si spalanca poi sulla luminosità dell’ambiente, invita «a cogliere il gesto umile di chi aiuta», osserva il parroco di Greco, don Giuliano Savina. E poi il grande affresco sul tema della fame di Enzo Cucchi, ma anche i dodici grandi tavoli di legno realizzati dai più importanti designer italiani.
Per i poveri che qui saranno ospitati il Refettorio sarà un ambiente dove non nutrire solo il corpo, ma anche l’anima, così da essere un passaggio importante nel percorso di risalita verso una vita piena. La sala sarà però anche un luogo aperto alla città, per incontri e iniziative culturali. «Un luogo dove gli ultimi saranno i primi», ha detto il sindaco Giuliano Pisapia. «Un’opera che sopravvivrà a Expo realizzando concretamente le idee dell’Esposizione universale», ha osservato l’amministratore delegato di Expo Giuseppe Sala. L’auspicio è che qui si possa firmare anche il Patto dei Sindaci contro lo spreco alimentare e per l’alimentazione sana, a cui sta lavorando il Comune di Milano insieme alle altre grandi metropoli mondiali. E anche il sostegno economico perché l’impegno della Caritas prosegua nel tempo potrà essere globale, grazie ai fondi dell’8 per mille alla Chiesa cattolica e poi ai contributi raccolti sulla piattaforma di crowdfunding www.upeurope.com, oltre che sul sito di Caritas Ambrosiana.
Come ha osservato Scola, il Refettorio sarà dunque «un luogo dove si incontra la città plurale, nell’impegno di persone che, anche con idee diverse, hanno deciso di trasformare e far convergere queste visioni in una scelta per la vita buona, nella quale non può mancare l’attenzione per chi ha bisogno. In questo luogo che, attraverso la bellezza e il cibo, risponde a tutta la dimensione umana e spalanca al desiderio di compimento, i poveri possono trovare risposta alla loro domanda di cibo, che chiedono con dignità. Mentre l’Europa, che forse ha perso un po’ la sua dignità in un’epoca segnata dalla frammentazione e dal narcisismo, può ritrovare anche in quest’opera un grande gesto di condivisione».
Un’idea, quella del Refettorio Ambrosiano, «nata lo scorso anno nel giorno del Giovedì santo, quando Gesù nell’Eucarestia permette di perpetuare il suo dono – spiega ancora Scola – e inaugurata significativamente oggi, giorno del Corpus Domini. Un’opera per cui la Chiesa ambrosiana è grata, e un segno di quella rinascita di Milano che in parte sta già avvenendo».