Manifestazione a Milano per la Giornata mondiale: alle 16 ritrovo presso la chiesa di San Vito in Pasquirolo, poi in marcia verso il Duomo. Pubblichiamo alcune immagini
Martedì 1 gennaio, in occasione della celebrazione della 52° Giornata Mondiale della Pace, la Comunità di Sant’Egidio invita a cominciare il nuovo anno chiedendo un mondo più giusto e umano, in cui sia bandita la guerra e la violenza, e andando incontro ai tanti poveri che attendono, in tutto il mondo, frutti di pace. Per questo ha organizzato marce, manifestazioni e iniziative pubbliche in centinaia di città di tutti i continenti. Il nostro pensiero è andato ai tanti popoli ancora vittime dei conflitti e del terrorismo, ma anche di politiche corrotte e ingiuste, che non guardano ai bisogni dei più deboli ma solo all’interesse di alcuni.
A Milano la Comunità di Sant’Egidio ha promosso una marcia che è partita alle 16 dalla chiesa di San Vito al Pasquirolo (largo Corsia dei Servi, corso Europa), luogo in cui si riunisce in preghiera la Chiesa ortodossa russa. Sono stati ricordati i nomi di tutti i Paesi ancora coinvolti dai conflitti e dalla violenza nei diversi continenti; sono intervenuti monsignor Luca Bressan (Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale), padre Ambrogio Makar (Chiesa Ortodossa Russa), Giorgio Del Zanna (Comunità di Sant’Egidio). Kiros Asfaha, richiedente asilo eritreo appena arrivato a Milano con i corridoi umanitari, ha portato la sua testimonianza. La marcia è giunta poi in Duomo per la solenne Liturgia presieduta dall’arcivescovo Delpini.
Nel messaggio per la Giornata della Pace 2019, “La buona politica è al servizio della pace”, Papa Francesco afferma in modo chiaro che «non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza». Il pensiero del Pontefice va «in modo particolare ai bambini che vivono nelle attuali zone di conflitto, e a tutti coloro che si impegnano affinché le loro vite e i loro diritti siano protetti». La pace «è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani».
In questa occasione la Comunità di Sant’Egidio invita a vivere la vicinanza ai profughi nelle nostre città e ribadisce la proposta concreta dei corridoi umanitari che stanno permettendo l’arrivo in sicurezza di persone in fuga dalla Siria e dall’Eritrea. «Ci sono vie diverse – afferma la Comunità di Sant’Egidio – che vogliamo continuare a percorrere perché non prevalgano muri e divisioni, ma la cultura dei ponti e del vivere insieme, che permetta di guardare al futuro con speranza. La guerra è diabolica, ma l’accoglienza e l’ospitalità sono un segno di Dio».