L’anniversario della Fondazione celebrato con la visita del cardinale Scola all’Istituto di via Rombon, dove l’Arcivescovo incontrerà alunni e docenti. Altre iniziative in programma
«Lo scopo di tutto quello che facciamo è l’incremento della persona. Allora diventa presente nel mondo l’adulto, colui che vive tutti i rapporti alla luce del destino», questa frase del Servo di Dio don Luigi Giussani segna i trent’anni di presenza della Fondazione Sacro Cuore a Milano. L’appuntamento più importante di questa ricorrenza è fissato per mercoledì 3 giugno, alle 11, con la visita all’Istituto Sacro Cuore (via Rombon 78) dell’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, che incontrerà alunni e docenti.
A tal proposito, il Rettore, don Franco Berti, informando le famiglie ha voluto segnalare che «l’incontro con il Cardinale è per noi segno straordinario di un dono, di un’indicazione certa, confortante e decisa nel cammino di fede, di vita e di speranza che riceviamo per i nostri ragazzi e per le nostre famiglie». E ancora «vogliamo vivere questo momento con profonda gratitudine, predisponendo sin d’ora il nostro cuore a seguire il cammino che ci vorrà indicare per la nostra edificazione e per la crescita della vita della Chiesa al servizio del mondo».
L’evento di apertura del Trentennale si è svolto l’8 maggio in San Marco a Milano, con l’esecuzione del Gloria di Antonio Vivaldi (Rv 589 per soli, coro e orchestra), diretto dal maestro Roberto Ardigò. Tra la fine di maggio e la prima settimana di giugno sono in programma incontri con ospiti illustri ed ex alunni e momenti di festa dedicati a studenti, ex studenti e alle loro famiglie. Sempre nel mese di giugno sarà allestita la mostra di presentazione dei trent’anni di storia dell’esperienza educativa della Fondazione Sacro Cuore. La mostra sarà visibile nella sede di via Rombon a Milano fino al 30 giugno e, dal 20 al 26 agosto, al Meeting di Rimini (info: eventi@sacrocuore.org; www.sacrocuore.org)
«Prima di noi una storia viva ci è stata donata, ci ha generato e ci genera – afferma ancora il Rettore -. Celebrare trent’anni è un’occasione di coscienza e di libertà: non può essere un ritualismo vuoto. Ora ci è data questa opportunità concreta perché la nostra coscienza comprenda sempre più ciò che ha ricevuto e la nostra libertà risponda alle prospettive nuove di fronte a cui Dio ci pone. Siamo chiamati a ripercorrere “dal di dentro” la vicenda mirabile che ci è toccato di vivere, perché si esprima in noi la libertà cosciente e lieta di chi offre la propria esistenza perché questa vita cresca. I tratti del percorso che proponiamo per questo trentennale – conclude don Berti – sono pedagogici, per poter noi stessi comprendere meglio il cammino che facciamo, e missionari, per poter proporre a tutti una via di speranza certa per noi e per i nostri figli».