Pellegrinaggio per i preti dall'undicesimo anno di ordinazione, organizzato dalla Formazione permanente del clero nel contesto del Mese missionario straordinario. Il Vicario episcopale monsignor Valagussa presenta le tappe più significative e spiega: «Vorremmo tornare con il respiro di una Chiesa missionaria»

di Luisa BOVE

nicosia
Una panoramica di Nicosia

«Inviati dallo Spirito salparono per Cipro» è lo slogan che accompagna il pellegrinaggio dei preti ambrosiani sull’isola dal 14 al 18 ottobre, guidato dall’arcivescovo Mario Delpini. Tra i partecipanti (84 persone in tutto) alcuni Vicari episcopali di Zona, padre Jerzy Kraj (Vicario del Patriarca latino di Gerusalemme a Cipro) che ha collaborato all’organizzazione, e l’arcivescovo Leopoldo Girelli, nunzio apostolico in Israele e Cipro. Ne parliamo con monsignor Ivano Valagussa, Vicario episcopale per la Formazione permanente del clero.

Come nasce l’idea di andare a Cipro?
La scelta si inserisce nell’Ottobre missionario straordinario voluto da papa Francesco. Ci è sembrato importante caratterizzare con un taglio missionario questo pellegrinaggio, rivolto ai sacerdoti dall’undicesimo anno di ordinazione in avanti (per i più giovani se ne organizzerà un altro). L’isola di Cipro è anche la prima tappa del primo viaggio missionario di Paolo e Barnaba. Noi quindi ripercorriamo la strada nel segno della dimensione missionaria, a partire dagli Atti degli apostoli (At 13) in cui si legge che è la Chiesa di Antiochia a inviare Paolo e Barnaba.

Quali le tappe più significative?
Dal punto di vista spirituale avremo in particolare due tappe che sono state fondamentali per Paolo e Barnaba. A Salamina, nella Repubblica turco cipriota a nord, ascolteremo una riflessione condotta da don Isacco Pagani sulla figura di Barnaba, visiteremo la basilica e il monastero di San Barnaba, dove c’è anche la tomba in una piccola cappella. E poi a Paphos, nella parte greco-cipriota, rifletteremo sulla missione dell’apostolo Paolo. Saranno due momenti di meditazione e lectio divina a partire dagli Atti degli apostoli.

E poi?
Sempre dal punto di vista spirituale avremo un incontro con le Chiese, in particolare a Nicosia, la capitale divisa in due dal muro. Incontreremo Sua Beatitudine Chrysostomos II, arcivescovo ortodosso cipriota. Monsignor Yousef Souief, Arciparca dei maroniti a Cipro, terrà una conferenza sul tema «Costruire la pace a Cipro». Poi avremo una celebrazione eucaristica in rito maronita.

E dal punto di vista civile?
Incontreremo alcune realtà che operano sull’isola, appartenenti per esempio all’Onu. Avremo la possibilità di visitare luoghi significativi dal punto di vista culturale e storico: un parco archeologico con i mosaici a Paphos, la cattedrale di Santa Sofia, il muro e il checkpoint di Ledra Street fino al Quartiere popolare e altro ancora.

Avete pensato a un gesto particolare che segnerà questo pellegrinaggio?
Sì, abbiamo pensato a un gesto di condivisione e solidarietà. L’idea è di sostenere qualche iniziativa caritativa del Patriarcato latino: in particolare pensiamo a un contributo per la Caritas locale e per un hospice che si trova nella zona di Paphos, nato come servizio territoriale a partire dall’attenzione della Chiesa in quella parte di isola. Quindi raccoglieremo le offerte a sostegno di queste realtà.

Cosa vorreste “portare a casa” da questo viaggio?
Anzitutto il respiro di una Chiesa missionaria, tornare a quell’invio che avviene nella docilità di una comunità cristiana come Antiochia. È lo Spirito che suscita l’esigenza di annunciare il Vangelo a tutte le genti. In fondo Antiochia stessa è diventata la comunità che ha ricevuto, ma non ha trattenuto. È una comunità che rilancia il Vangelo, sempre nella docilità allo Spirito. Anche noi dobbiamo riscoprire che come Chiesa abbiamo ricevuto e siamo chiamati a restituire la bellezza dell’annuncio del Vangelo, sapendo che siamo tutti chiamati a essere missionari.

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