Giornalista professionista, a lungo impegnata nella comunicazione diocesana e nell’ambito ecumenico e interreligioso, è scomparsa a 77 anni per un male incurabile. I funerali giovedì a Cologno Monzese. Il ricordo di un amico e collega
di Claudio
Mazza
Con l’avanzare dell’età, uno a uno, i vecchi amici se ne vanno. E quando se ne vanno è un pezzetto della tua vita che viene a mancare. Rimane il ricordo delle stagioni passate insieme, in cui si sono condivisi percorsi e passioni, spazi di vita privata e professionale. Ma anche il rimpianto di aver rallentato col passare degli anni la frequentazione e le telefonate.
Per questo sono rimasto sorpreso all’annuncio della morte di Rosangela Vegetti. Ma come? L’ho sentita qualche mese fa e godeva di ottima salute. Purtroppo una malattia maligna in pochi mesi l’ha portata alla tomba. Aveva compiuto da poco 77 anni (era nata l’11 luglio 1945). I funerali si svolgeranno giovedì 22 settembre, alle 15, nella chiesa di San Giuliano a Cologno Monzese (piazza San Matteo 2).
Eravamo amici e colleghi. Abbiamo fatto l’esame di Stato per diventare giornalisti professionisti lo stesso giorno a Roma: era il 9 novembre 1989, giorno in cui cadeva il muro di Berlino. Ma ci accomunava la comune appartenenza alla Chiesa di Milano, al cui servizio prestavamo – pur in ambiti e ruoli distinti – il nostro lavoro professionale sin dagli anni Ottanta, prima nelle pagine comuni dei settimanali diocesani, poi nel mensile Il Segno, fino all’avvento dell’online con “Incrocinews” e il portale della diocesi.
La sua è sempre stata una collaborazione preziosa e sollecita, soprattutto nel campo dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, ma anche della promozione della donna in ambito ecclesiale. Su questi temi ha scritto a lungo, anche per molte altre testate cattoliche. Nel 2003 abbiamo partecipato assieme al pellegrinaggio in Terra Santa promosso dall’Ufficio per l’ecumenismo della nostra diocesi e dal Consiglio delle Chiese di Milano. Da quel viaggio è nato il libro scritto da Rosangela per Ancora con prefazione del cardinale Tettamanzi: Dove la pace sembra impossibile. Semi e segni di speranza.
Vorrei ricordare un altro avvenimento vissuto assieme ai tempi del cardinale Martini: i lavori del 47° Sinodo diocesano, che si sono protratti un anno intero, dall’autunno del 1993 al 6 dicembre 1994. Un’esperienza molto coinvolgente: io nel settore della comunicazione, lei nel gruppo dei moderatori dei lavori assembleari.
Di ricordi ne affiorano ancora molti, ma oggi cedono il passo al commiato: ciao Rosangela, gli amici non muoiono mai.