Redazione
«Lo trovo un discorso certamente all’altezza della tradizione, che mette al centro la riflessione sul tema della città e della condizione umana al suo interno, cogliendo gli aspetti critici, cioè che le persone rischiano la solitudine e l’anonimato». Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha commentato il discorso alla città dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi. Formigoni non ha potuto partecipare alla celebrazione in Sant’Ambrogio, ma ha letto il testo integrale dell’intervento e Ansa ha detto: «Grande città sono le moltitudini ma poi l’esperienza personale rischia di essere di un gruppo molto ristretto e di viverla come una dimensione estranea. E giustamente l’Arcivescovo dice che a questo si ovvia anzitutto con una scelta di responsabilità personale, aprendosi agli altri perché la costruzione di una comunità è una responsabilità di tutti. Non che sia facile, però il cardinale incoraggia a creare questa dimensione comunitaria di cui tutti abbiamo bisogno».
Tettamanzi ha toccato anche il tema del terrorismo e delle paure ad esso connesse. «Di fronte al terrorismo, all’insicurezza che c’è», afferma il presidente della Regione, «gli Stati hanno il dovere di difendere i cittadini e mettere in atto tutte le misure necessarie, non va mai dimenticato che non è una guerra di religione, non è una guerra di civiltà, ma noi abbiamo l’interesse e la volontà di confrontarci e dialogare con chi è portatore di una cultura diversa ma accetta le regole di convivenza nostre».