«La domanda sulla possibilità di diventare sacerdote - ricorda Simone Zappa, il più giovane dei preti 2020 - ha portato alla luce interrogativi e desideri che altrimenti sarebbero rimasti sepolti»
di Ylenia
SPINELLI
Simone Zappa è il più giovane dei candidati al sacerdozio, ha 25 anni ed è originario della parrocchia di San Paolo a Cantù, dove è nata e maturata la sua vocazione. «Entrato in Seminario mi sono reso conto che la maggior parte dei miei compagni di classe avevano l’età dei miei educatori in oratorio – racconta -. Non mi sono mai sentito “il più piccolo”, tuttavia non nascondo che mi sono trovato arricchito e aiutato dal confronto con i compagni più grandi, avendo loro una diversa e più matura prospettiva sulle cose. Tutto questo ha contribuito a creare belle relazioni e amicizie».
Entrato in Seminario subito dopo la maturità scientifica, a neanche vent’anni, Simone non ha potuto vivere o fare quelle esperienze che solo la giovane età consente, ma lui non ha rimpianti e afferma convinto: «Quando qualcosa o Qualcuno ti attrae intensamente, non pensi a quello che lasci, anche se effettivamente un po’ di fatica nel distacco all’inizio l’ho provata. Senza il Seminario, e in particolare senza il servizio di pastorale negli oratori a cui sono stato destinato, non avrei mai potuto vivere tutte quelle esperienze che hanno reso indimenticabili questi anni».
La passione per l’oratorio, la parrocchia e l’amore per Gesù, Simone li deve proprio alla sua comunità di origine, alle esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza, senza le quali non sarebbe mai arrivato alla decisione di entrare in Seminario. La scintilla vera e propria, però, è scattata durante una confessione, nel Natale 2012. «In quel momento il coadiutore don Eugenio mi ha fatto una domanda esplicita sulla possibilità di diventare prete. Mi sono trovato un po’ spiazzato, ma in realtà la sua domanda aveva intercettato una mia ricerca personale riguardo al futuro, portando alla luce interrogativi e desideri più profondi, che altrimenti sarebbero rimasti sepolti».
Con don Eugenio Calabresi Simone ha avviato l’esperienza della direzione spirituale durante l’anno di IV liceo, ha iniziato a fare ordine in ciò che viveva e provava, a trovare delle risposte, ma anche le domande giuste per costruire un percorso che lo aiutasse a capire cosa il Signore gli stava chiedendo.
Ora, come prete giovane, vorrebbe poter dare quello che lui stesso ha ricevuto in oratorio, incontrando bravi sacerdoti che avevano a cuore i ragazzi, la loro crescita, le loro esperienze. La giovane età e l’energia che da essa deriva sicuramente saranno per Simone di grande aiuto per spendersi con entusiasmo per i bambini e i ragazzi.
Per lui questa è stata un’estate anomala, senza quella frenesia che in passato hanno caratterizzato il tempo dell’oratorio feriale e delle vacanze comunitarie. «Ho concluso la mia esperienza durata due anni nella Comunità pastorale Madonna del Carmine di Carnate, Ronco Briantino e Usmate Velate, e sto incominciando a frequentare e a conoscere la realtà di Bellano, cui sono stato destinato – racconta -. Qui non è stato possibile strutturare l’esperienza di un oratorio estivo, ma grazie al parroco don Emilio Sorte e al coadiutore don Alessandro Metre ho potuto visitare la comunità, con le sue frazioni e le sue chiese, incontrando i preti del decanato, il Consiglio pastorale, le catechiste e gli educatori. So che la Prima Messa avverrà in contesti inediti, non previsti, ma la mia comunità di origine sta preparando tutto con cura. È cambiata la data dell’ordinazione, la condizione di questi eventi, ma non certamente la sostanza: avvicinandosi sempre più il 5 settembre, cresce in me la trepidazione, ma anche la gratitudine per questo dono che la grazia di Dio mi ha concesso».