La signora Citeri, che per intercessione di fratel Carlo guarì da una grave malattia, è di Desio: per questo la prima fase della causa per la beatificazione si è svolta in diocesi di Milano. Di questa guargione miracolosa ce ne parla don Ennio Apeciti, responsabile diocesano per le Cause dei Santi
di Ennio
Apeciti
Il miracolo che ha permesso la beatificazione di fratel Carlo di Gesù è avvenuto nel 1984 a favore di una quarantenne di Desio, Giovanna Citeri, moglie di Giovanni Pulici e madre di due ragazze. Già nel 1981 era stata operata per un tumore al seno; alla fine del 1983, quando cominciò a sentire nuovi disturbi, fu facile pensare a una ricaduta. Si diagnosticò un tumore alle ossa, che progredì in modo rapido e inesorabile. A Carnevale le ossa si frantumavano anche al solo tossire, uno stadio ritenuto dai medici ormai irreversibile.
La morte sembrava imminente. Una di quelle “ultime” sere il marito, devoto a Charles de Foucauld dopo un ritiro a Triuggio, pregò in dialetto brianzolo: «Carlo, se non mi aiuti tu! La mia donna non deve morire, altrimenti come faccio con le bambine?». Dopo quell’invocazione, le ossa cessarono di frantumarsi e cominciarono a saldarsi. Morente all’inizio della Quaresima, la signora Giovanna partecipò col marito alle funzioni pasquali in parrocchia (come avevano sempre fatto in precedenza).
Un miracolo fatto in modo umile: fratel Carlo non si è neppure preoccupato di avere una documentazione completa. Avvenuta la guarigione, la famiglia Pulici non andò a fare altre visite mediche, che in ogni caso non avrebbero più diagnosticato nulla: solo le radiografie testimoniano la saldatura di innumerevoli fratture.
Per fortuna abbondarono i testimoni, che sono il “secondo miracolo”. Dopo tanti anni sembrava difficile reperirli; invece, proprio nei mesi in cui si svolgeva il processo di beatificazione, una suora presente al tempo del miracolo venne trasferita di nuovo all’asilo di Desio. La incontrammo e ci indicò la maestra dell’asilo, che aveva custodito la figlia più piccola della signora Giovanna fuori dell’orario solito, proprio perché a casa sua madre stava morendo. La maestra ci parlò di quella suora che ogni mattina andava a prendere la bambina, che tutti pensavano sarebbe rimasta presto orfana. La suora aveva ancora viva l’impressione di quella “povera donna”, che poi si vide repentinamente guarire. Forse il dito della Provvidenza ci aveva condotti in quell’avventura.
C’è poi stato anche un “terzo miracolo”. La famiglia Pulici, nella sua discrezione e umiltà, custodì il miracolo come dice il Vangelo, ringraziando Dio “in camera sua”, in casa. Venne il Grande Giubileo del 2000 e la famiglia Pulici decise di partecipare al Giubileo degli Artisti a Roma ai primi di dicembre. Nel pomeriggio, mentre il gruppo dei pellegrini riposava in piazza Sant’Ignazio, passarono due Piccole Sorelle di Charles de Foucauld.
Tra tutte le Piccole Sorelle che potevano essere a Roma in un pomeriggio domenicale, e tra tutte quelle che potevano passare per piazza Sant’Ignazio, c’era la Piccola Sorella che seguiva la causa di beatificazione. Giovanni Pulici, il marito della sanata, chiese loro quando fratel Carlo sarebbe stato proclamato beato. La Piccola Sorella gli rispose che mancava il miracolo e Giovanni, indicando la moglie, replicò: «Ma il miracolo è qui!».
Un incontro fortuito in una piazza di Roma ha portato fratel Carlo agli altari. Solo un incontro “fortuito”? La domanda non pretende risposta: basta seminare, nel cuore di ognuno, il pensiero che il Signore accompagna la storia dell’uomo, di ogni uomo, con un’attenzione e una delicatezza singolari, che possiamo percepire solo per dono.