A Seveso una giornata di ritiro per stendere la personale «Regola di vita» aiutati dagli educatori. Per il responsabile diocesano don Massimo Pirovano «è il manifestarsi di un discernimento, di una promessa di bene»
di Nino
PISCHETOLA
Sabato 30 settembre, dalle 9.30 alle 18, presso il Centro pastorale ambrosiano a Seveso (via San Carlo 2), si terrà una giornata di ritiro spirituale rivolta ai 19enni che consegneranno la «Regola di vita» durante la Redditio Symboli con l’Arcivescovo (sabato 7 ottobre, alle 20.45, Duomo).
Il ritiro aiuterà ogni 19enne a stendere la personale «Regola di vita», che orienta la sua vita a partire dal proprio rapporto con il Signore Gesù, attraverso scelte precise e praticabili riguardanti il cammino di fede, il servizio nella comunità cristiana e la testimonianza della sequela nei diversi ambiti di vita quotidiana. A Seveso verranno date le indicazioni e gli strumenti utili: la meditazione e la lectio divina, l’adorazione eucaristica e la ripresa personale. Accompagnati dagli educatori, i 19enni avranno un incontro a gruppi. Seguirà il tempo per la stesura personale della «regola», per la confessione, per il confronto con gli educatori. Le iscrizioni alla giornata di ritiro spirituale, compilando il modulo online si chiudono giovedì 28 settembre (info: tel. 0362.647500; giovani@diocesi.milano.it).
A don Massimo Pirovano, responsabile del Servizio per i giovani e l’università della Diocesi, chiediamo il senso di una «Regola di vita».
Perché un 19enne oggi è invitato a stendere una «Regola di vita» e come può aiutarlo, questa «regola», sia sul piano spirituale sia nella sua vita quotidiana?
Quando si parla di «Regola di vita» a volte si crea quel fraintendimento che fa pensare che sia solo la scelta di alcuni. In verità, chi di noi vive senza una “regola”? Ognuno di noi ha criteri, desideri, modi di porsi, abitudini, che costituiscono la propria “regola”. Si tratta solo di assumerli con piena libertà e non in modo più o meno consapevole. Ecco che la stesura della “regola” è espressione di una libertà che pone gesti nei quali manifesta e sperimenta quei significati e quella ricerca di senso, che conferiscono pienezza e gioia alla vita. È il manifestarsi di un discernimento, di una promessa di bene.
Ma in concreto quali impegni sono invitati a inserire nella loro «Regola di vita» i 19enni?
Più che di impegni, riprendendo il cardinale Carlo Maria Martini, parlerei di «pochi sani principi e di qualche scelta precisa». Solitamente i giovani mettono al centro il loro rapporto con Gesù nella preghiera personale, oppure qualche scelta che riguarda lo stile con cui vivere la famiglia o l’università o il rapporto con gli amici. Non di meno guardano con generosità anche a varie forme di servizio in comunità.
Appunto che legame c’è tra questo cammino dei 19enni e la comunità?
Accompagnare un 19enne a stendere una «regola di vita» è certamente una forma di accompagnamento prezioso per la comunità. Generare alla vita di fede, prima che compito, è desiderio. È molto bello vedere al termine della Redditio Symboli, come i giovani “facciano festa” ai 19enni che hanno compiuto questo gesto. È un momento simbolico di passaggio molto prezioso, perché è accoglienza dentro un’altra stagione della vita. È reale educazione della libertà, da giovane a giovane, come sanno fare loro. È visibile la stima reciproca, la gioia di orientarsi insieme a una pienezza che è vocazione».