Nella città natale di Pio XI il Segretario di Stato vaticano ha partecipato alle celebrazioni del centenario dell’elezione di Achille Ratti a Pontefice e ha parlato della guerra in Ucraina. L’abbiamo intervistato

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di Annamaria Braccini

Il cardinale Pietro Parolin
Il cardinale Pietro Parolin

«Con le armi mai si vince e sempre si perde, anche chi vince perde, e si mettono solo le basi per ulteriori conflitti». Parte con un pensiero alla guerra in corso, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che ha partecipato questa mattina a Desio alla seconda giornata della dodicesima edizione di «Pio XI e il suo tempo», promossa dal Centro internazionale Studi e Documentazione Pio XI e articolata in due giornate per celebrare il 165° anniversario della nascita di Achille Ratti (nativo della città brianzola) e il centenario della sua elezione a Pontefice.

Presso il Centro congressi del Banco di Desio e della Brianza, la mattinata, avviatasi con la relazione dello storico Edoardo Bressan su «L’insegnamento sociale di Papa Francesco e il magistero di Pio XI», è stata introdotta dai saluti istituzionali di monsignor Gianni Cesena, responsabile della Comunità pastorale di Desio (intitolata a Santa Teresa di Gesù Bambino, figura carissima a Pio XI che la canonizzò), di Agostino Gavazzi (presidente del Centro Internazionale Studi e Comunicazione Pio XI), di Claudio Lazzarotto (presidente della Fondazione Amici Casa Natale Pio XI) e del sindaco della città Simone Gargiulo. Presenti i parenti del Pontefice desiano, studiosi, autorità civili e militari, tra cui il prefetto di Monza e Brianza Patrizia Palmisani.  

La relazione del Cardinale

«La figura di Pio XI emerge sempre di più nella sua grandezza», ha sottolineato il cardinale Parolin che ha ricordato le date del 6 febbraio 1922 (giorno dell’elevazione al Soglio di Pietro) e del 31 maggio 1857 (anniversario della nascita del futuro Pontefice). Ma cosa può dire ancora a noi Pio XI? Questo l’interrogativo posto dal Segretario di Stato, nel delineare la figura di Achille Ratti (vedi più sotto il video della sua relazione): «Fu un sacerdote appassionato, zelante, disponibile ai molti uffici chiestigli, tra cui l’azione di mediazione dopo i moti del 1898 a Milano, con l’arresto dei frati francescani accusati dal generale Bava Beccaris di aver fomentato i disordini. Credette nella pace e si dedicò agli ultimi. Fu studioso (ricoprendo anche i prestigiosissimi incarichi di Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e della Vaticana): diceva che l’ottavo sacramento dei sacerdoti è la scienza, scienza della verità, della virtù, della santità. Parole, queste molto attuali, una provocazione per i preti e tutti i battezzati, soprattutto in questo tempo di così rapidi cambiamenti e di scoperte sempre nuove».

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«Fu poi Visitatore apostolico in Polonia, Arcivescovo di Milano e, infine, Papa nei decenni forse più bui del secolo passato. Sotto il suo Pontificato furono fondati 148 prefetture apostoliche, 37 territori di missione e 111 vicariati apostolici. Fu l’inizio di uno dei più fecondi periodi dell’attività missionaria della Chiesa nel mondo – ha sottolineato ancora Parolin -. Fu detto il “Papa degli Anni santi”, e, nel suo Pontificato, si contano quasi 500 beatificazioni e 33 canonizzazioni. Era convinto, in senso modernissimo, che tutti sono chiamati alla santità per il fatto stesso di essere battezzati», ha aggiunto il porporato in chiaro riferimento a san Giovanni Paolo II e ai “santi della porta accanto” di papa Francesco.

«Fu il Papa dell’Azione Cattolica – da lui stesso definita “la pupilla del suo occhio destro” – che difese con forza nel dissidio del 1931 con il fascismo, in un impegno roccioso per la salvaguardia della dignità dell’uomo e della libertà della Chiesa. Per questo giganteggia, anche per la sua strenua lotta contro ogni totalitarismo», come si evidenzia nelle tre Encicliche promulgate nell’arco di sole due settimane: Mit brennender Sorge sul nazismo (14 marzo 1937), Divini Redemptoris sul comunismo ateo (19 marzo 1937) e Firmissimam Constantiam sulla situazione religiosa in Messico (28 marzo 1937).

«La sua vita per la pace»

«Un ordine battente e voluto, non a caso partito dal nazismo considerato più satanico persino del bolscevismo. Quando, il 19 settembre 1938, si riunì la Conferenza di Monaco, ultimo sterile tentativo di evitare la guerra, egli offrì la sua vita per la pace. Il Papa allora non fu ascoltato, come pare appaia anche oggi. Tornò sulla questione della pace l’anno dopo, nel discorso che avrebbe dovuto pronunciare nel febbraio 1939, in occasione del decennale dei Patti Lateranensi, alla cui vigilia morì, il 10 febbraio 1939. Pio XI avrebbe detto parole degne dei profeti biblici sulla pace nell’invocazione del Dio della pace. Questa sia anche la nostra preghiera oggi», ha concluso il Cardinale.

Gli altri eventi

Sono seguite la presentazione del progetto di recupero e valorizzazione della Casa natale di Pio XI e l’intitolazione a papa Ratti dell’Ospedale di Circolo di Desio (alla presenza di Letizia Moratti, vicepresidente di Regione Lombardia). Nel pomeriggio, dopo la Visita alla Casa natale di Pio XI, alle 18 il Segretario di Stato benedirà la cupola restaurata della Basilica dei Santi Siro e Materno, dove alle 18.30 presiederà il Pontificale solenne in memoria di Pio XI. Alle 21, sempre in Basilica, concerto dell’Orchestra e Coro Sinfonico Amadeus.

Nella giornata di ieri, presso la Casa natale di Pio XI, si sono susseguite numerose relazioni. Segnaliamo in particolare «Il card. Achille Ratti, Benedetto XV, le offerte raccolte “Pro Russia” e la missione della Santa Sede ai tempi della carestia negli anni Venti in Russia» (Franco Cajani), «I fedeli laici diventano protagonisti e responsabili della missione evangelizzatrice della Chiesa. Pio XI propone il modello italiano dell’Azione Cattolica ai cattolici spagnoli» (Fernando Crovetto), «Pio XI, la Scuola Beato Angelico e la rivista “Arte Cristiana”» (Francesco Galli), «Achille Ratti da Varsavia a Milano negli anni 1920-1921: le “Note Vaticane” di don Ernesto Buonaiuti» (Valerio Lazzerini), «Achille Ratti storico» (Fabrizio Pagani), «Achille Ratti e il Collegio S. Carlo: un allievo divenuto Papa» (Camillo Ravasi), «L’idea di Occidente nel magistero di Pio XI» (Paolo Valvo) e «L’insegnamento di Pio XI fonte di ispirazione dei cattolici antinazisti europei» (Giorgio Vecchio).

 

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