«Chi fomenta paura contro i migranti semina violenza, discriminazione e xenofobia», scrive il Santo Padre nel Messaggio per la Giornata mondiale dell’1 gennaio 2018. Il Pontefice ricorda gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati. Tutti alla ricerca di «un luogo dove vivere in pace» a causa di guerra, fame, «discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale»

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di Patrizia CAIFFA

I migranti e i rifugiati sono «uomini e donne in cerca di pace». Perciò i cittadini nei Paesi di destinazione e i governanti sono invitati a praticare «la virtù della prudenza» per «accogliere, promuovere, proteggere e integrare» i migranti e rifugiati, «stabilendo misure pratiche», «nei limiti consentiti dal bene rettamente inteso». Questo, in sintesi, l’invito di papa Francesco contenuto nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace che si celebra il 1° gennaio, intitolato quest’anno “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”. Il Papa mette in guardia contro la «retorica» di chi «fomenta la paura dei migranti a fini politici» seminando «violenza, discriminazione razziale e xenofobia», ed esorta le Nazioni ad approvare i patti globali Onu per migrazioni sicure e per i rifugiati di cui si discuterà nel 2018. Il Messaggio è stato presentato oggi in Sala Stampa vaticana.

«La pace è aspirazione profonda di tutti»

La pace, scrive Papa Francesco, «è un’aspirazione profonda di tutte le persone e di tutti i popoli, soprattutto di quanti più duramente ne patiscono la mancanza». Per trovare un luogo di pace, ricorda, «molti di loro sono disposti a rischiare la vita in un viaggio che in gran parte dei casi è lungo e pericoloso, a subire fatiche e sofferenze, ad affrontare reticolati e muri innalzati per tenerli lontani dalla meta». «Ci sarà molto da fare prima che i nostri fratelli e le nostre sorelle possano tornare a vivere in pace in una casa sicura – afferma -. Accogliere l’altro richiede un impegno concreto, una catena di aiuti e di benevolenza, un’attenzione vigilante e comprensiva, la gestione responsabile di nuove situazioni complesse che, a volte, si aggiungono ad altri e numerosi problemi già esistenti, nonché delle risorse che sono sempre limitate».

Da qui l’invito ai governanti perché agiscano «nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, [per] permettere quell’inserimento». «Essi hanno una precisa responsabilità verso le proprie comunità – sottolinea Papa Francesco -, delle quali devono assicurarne i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costruttore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edificare».

Non fomentare la paura

«Quanti fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la tutela di ogni essere umano». Papa Francesco punta il dito su una «retorica», «largamente diffusa» in molti Paesi di destinazione, «che enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei nuovi arrivati, disprezzando così la dignità umana che si deve riconoscere a tutti, in quanto figli e figlie di Dio».

Citando san Giovanni Paolo II quando parlava dei profughi tra le conseguenze di «una interminabile e orrenda sequela di guerre, di conflitti, di genocidi, di “pulizie etniche”», che avevano segnato il XX secolo, il Papa fa notare che nemmeno il XXI secolo «ha finora registrato una vera svolta: i conflitti armati e le altre forme di violenza organizzata continuano a provocare spostamenti di popolazione all’interno dei confini nazionali e oltre». «Tutti gli elementi di cui dispone la comunità internazionale indicano che le migrazioni globali continueranno a segnare il nostro futuro – sottolinea -. Alcuni le considerano una minaccia. Io, invece, vi invito a guardarle con uno sguardo carico di fiducia, come opportunità per costruire un futuro di pace». Il Papa fa notare che i migranti e rifugiati portano con sé «un carico di coraggio, capacità, energie e aspirazioni, oltre ai tesori delle loro culture native», perciò «arricchiscono la vita delle Nazioni che li accolgono». Si possono quindi trasformare «in cantieri di pace le nostre città, spesso divise e polarizzate da conflitti che riguardano proprio la presenza di migranti e rifugiati».

«Approvare i due patti globali Onu»

Papa Francesco conclude ricordando le «quattro pietre miliari per l’azione» espresse tramite i verbi «accogliere, proteggere, promuovere e integrare». Sottolineando anche che il 2018 condurrà alla «definizione e all’approvazione da parte delle Nazioni Unite di due patti globali, uno per migrazioni sicure, ordinate e regolari, l’altro riguardo ai rifugiati». Patti che rappresenteranno «un quadro di riferimento per proposte politiche e misure pratiche». «Per questo – sottolinea Papa Francesco – è importante che siano ispirati da compassione, lungimiranza e coraggio, in modo da cogliere ogni occasione per far avanzare la costruzione della pace: solo così il necessario realismo della politica internazionale non diventerà una resa al cinismo e alla globalizzazione dell’indifferenza».

Il Papa invita la comunità internazionale al «dialogo» e al «coordinamento», prevedendo la possibilità che «al di fuori dei confini nazionali» anche «Paesi meno ricchi possano accogliere un numero maggiore di rifugiati, o accoglierli meglio, se la cooperazione internazionale assicura loro la disponibilità dei fondi necessari».

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