In Piazza San Pietro i 5000 preadolescenti partecipanti al pellegrinaggio hanno risposto con un fragoroso boato al saluto rivolto loro dal Pontefice

«Accolgo con gioia il pellegrinaggio dei preadolescenti dell’Arcidiocesi di Milano»: con queste parole, accorte da un fragoroso boato, papa Francesco ha salutato i 5000 preadolescenti ambrosiani presenti oggi all’udienza generale in Piazza San Pietro, nel contesto del loro pellegrinaggio a Roma. 

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«Cari ragazzi, vi auguro di vivere in pienezza il messaggio pasquale – ha proseguito il Pontefice -, sempre fedeli al vostro battesimo e testimoni gioiosi di Cristo morto e risorto per noi».

Poi, prima dell’invocazione alla preghiera per l’Ucraina e della benedizione finale, riferendosi alla Festa della Divina Misericordia in programma domenica prossima, papa Francesco ha aggiunto: «Il Signore non smette mai di essere misericordioso. Pensiamo alla misericordia di Dio… sempre ci accoglie, sempre ci accompagna, mai ci lascia soli».

Il richiamo alla Pacem in terris

Dopo la catechesi (leggi qui), durante i saluti ai fedeli di lingua italiana al termine dell’udienza, il Santo Padre aveva detto: «Invito i fedeli e gli uomini e le donne di buona volontà a leggere la Pacem in terris, e prego perché i capi nazioni se ne lascino ispirare nei progetti e nelle decisioni… Ieri ricorreva il sessantesimo della Pacem in terris che San Giovanni XXIII indirizzò alla Chiesa e al mondo nel pieno della tensione tra due blocchi contrapposti nella cosiddetta guerra fredda – ha ricordato Francesco -. Il Papa aprì davanti a tutti l’orizzonte ampio in cui poter parlare di pace e costruire la pace. Nel disegno di Dio sul mondo e sulla famiglia umana, quell’enciclica fu una vera benedizione, come uno squarcio di sereno in mezzo a nubi oscure. Il suo messaggio è attualissimo». A riprova di ciò, il Papa ha citato un passo della Pacem in terris, prima di invitare tutti alla lettura: «I rapporti tra le comunità politiche come quelli tra i singoli esseri umani vanno regolati non facendo ricorso alla forza delle armi, ma nella luce della ragione, e cioè nella verità, nella giustizia e nella solidarietà operante».

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