Papa Francesco ha autorizzato la pubblicazione del decreto che riconosce le virtù eroiche del sacerdote ambrosiano vissuto tra l’800 e il ’900, primo assistente nazionale della Gioventù Femminile di Azione Cattolica

di Luca Diliberto

Padre Enrico Mauri
Padre Enrico Mauri

Proprio 110 anni fa (giugno 1908), nel Duomo di Milano, il beato cardinal Ferrari consacrò sacerdote Enrico Mauri, nato nel 1883 a Bosisio Parini, un giovane dalla salute precaria che sarebbe invece vissuto a lungo, caratterizzando col suo dinamismo apostolico un tratto non secondario della Chiesa in Italia. Ora (maggio 2018) papa Francesco ha autorizzato la Congregazione dei Santi vaticana a dichiararlo venerabile, dunque un primo traguardo per la causa di beatificazione, avviata in Diocesi di Chiavari tra il 1996 e il 2001.

Chi è stato padre Enrico Mauri e quale legame ha mantenuto con la Diocesi ambrosiana?

Il suo ministero sacerdotale si è infatti dispiegato lungo il secolo in molteplici direzioni e luoghi, tanto che non è facile riassumerlo in poche righe. Basti ricordare che, appena divenuto prete, fu inviato, anche per ragioni di salute, nell’antica Diocesi di Bobbio, dove svolse funzioni di segretario del Vescovo e animatore di molte iniziative sociali. Dopo un brevissimo passaggio a Bergamo, rientrò a Milano nel 1916. Venne destinato alla Chiesa di San Gregorio Magno ed entrò, nonostante avesse superato l’età prevista, tra gli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo, recependone tutta l’intensità di una spiritualità a servizio delle anime. Essa si dispiegò proprio in quel periodo, anzitutto attraverso l’ascolto di tante giovani donne in cui padre Mauri colse un desiderio di apostolato; per questo, assieme al cardinal Ferrari e alla giovane Armida Barelli, diede vita a un primo esperimento di animazione spirituale e sociale per ragazze che, dopo poco più di un anno, portò alla nascita della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. In quest’opera, come primo assistente nazionale (dal 1918 al 1922), investì enormi energie, girando per tutta Italia. Contemporaneamente (1917), fondò l’Associazione tra le Madri e Vedove dei caduti, struttura che, grazie anche alla sua intensa propaganda, arrivò in poco tempo ad oltre 500 mila iscritte.

La nazionalizzazione di organismi di questo tipo, voluta dal fascismo, portò padre Mauri a vivere (dal 1922) una nuova lunga stagione in terra ligure, con l’avvio a Sestri Levante (ora in diocesi di Chiavari), di tantissime iniziative all’interno dell’Opera Madonnina del Grappa: l’apertura di una casa per vedove, una scuola per ragazzi orfani, un laboratorio, una stamperia, una sorta di “consultorio” per madri in difficoltà; più in profondità ancora, esperienze di sodalizi spirituali, sia sacerdotali, sia femminili a cui, dopo la II guerra mondiale, fu data forma di Istituto secolare (le Oblate di Cristo Re).

Con gli anni Cinquanta fece altri rilevanti esperimenti, soprattutto grazie a nuovi obiettivi formativi dell’Opera, tra cui l’esperienza di accompagnamento delle spose e percorsi pionieristici di pastorale familiare. Proprio per questo, anche in diocesi ambrosiana volle una casa, Villa Annunciata a Casaglia di Besana Brianza. Morì nel 1967, lasciando alla spiritualità del Novecento soprattutto l’approfondimento del tema della “nuzialità” di Cristo e della Chiesa, forma per tutti, non solo consacrati, di vita orientata alla santità.

Per una prima conoscenza, può essere utile il volumetto Padre Enrico Mauri. Il dinamismo della fede (Velar 2016), a cura di Francesca Consolini, postulatrice della Causa. Si vedano anche i primi volumi dell’opera omnia, pubblicati presso Ave a cura dell’autore di questo articolo: Ascendere insieme al Signore (2014), La penna scorrerebbe senza arresto (2015), Nel divenire del secolo nostro (2017).

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