Mercoledì 24 maggio, a Palazzo Marino alle 18, amministratori e esponenti della società civile discutono dell’eredità del Sindaco di Firenze sulle tre tematiche. Convegno promosso da Acli e Arché

Papa: La Pira verso altari, dichiarate 'virtù eroiche'
Giorgio La Pira (archivio Ansa)

«C’è una primavera che si prepara in questo inverno apparente»: questa la citazione di Giorgio La Pira che dà il titolo al convegno organizzato dalle Acli milanesi e da Fondazione Arché il 24 maggio a Palazzo Marino a Milano (vedi qui la locandina). Al centro degli interventi sarà proprio la figura dell’uomo politico che partecipò ai lavori della Costituente e che per tre volte nel dopoguerra rivestì la carica di Sindaco di Firenze.

Esponente di primo piano della sinistra democristiana, La Pira sarà ricordato sia per il suo impegno per la causa della pace, sia per le coraggiose decisioni assunte in ambito sociale durante il periodo trascorso alla guida del Comune di Firenze, sia per il suo contributo al dibattito socio-politico della neonata Repubblica italiana.

A partire dalle 18, nella prestigiosa Sala Alessi, si alterneranno esponenti della società civile e amministratori locali in dialogo su tre temi: pace, governo urbano, lavoro. Introdotti dalle parole di Andrea Villa, presidente delle Acli Milano Monza Brianza, e di Claudio Turrini, giornalista, interverranno prima padre Giuseppe Bettoni, presidente di Fondazione Arché, e Maria Rosa Belotti, sindaca di Pero; poi Giovanni Spinoso, giornalista, e Anna Scavuzzo, vicesindaca del Comune di Milano; infine Natalino Stringhini, presidente dell’associazione “Persona e Comunità”, e Andrea Orlandi, sindaco di Rho. A chiudere il convegno sarà Patrizia Giunti, presidente della Fondazione La Pira.

«Oggi la guerra è tornata di estrema e drammatica attualità e la testimonianza e la figura di La Pira ci possono aiutare a rivolgere uno sguardo altro al futuro e ci stimolano a un rinnovato impegno per la pace e la giustizia sociale», dice padre Bettoni. «Rileggere la figura di La Pira oggi – spiega Villa – significa lasciarci provocare dalla forte attualità del suo insegnamento come profeta e testimone del nostro tempo e come, come lui stesso si definiva, di cristiano».

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