La pandemia ha bloccato l’attività in presenza e ha messo in forse il futuro del Centro culturale, poi ripresosi anche grazie ai fondi straordinari. «Abbiamo sperimentato la fiducia di una Chiesa provvida», sottolinea la direttrice suor Elisabetta Stocchi

di Massimo Pavanello

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Suor Elisabetta Stocchi

«Davanti alla catastrofe educativa, non si può rimanere inerti». Parole sferzanti, quelle recentemente pronunciate dal Papa. Impegno feriale, per il Centro Asteria di Milano. Il polo culturale/sportivo, nella periferia cittadina, svolge attività formativa e sociale da circa 30 anni. Ma la presenza educativa – attraverso le Suore di Santa Dorotea di Cemmo – data dal secondo dopoguerra.

L’occasione per incontrare la direttrice, suor Elisabetta Stocchi, scaturisce da un bilancio economico. Il Centro – attraverso la Curia diocesana – ha beneficiato di 200 mila euro derivanti dai fondi straordinari 8xmille, a motivo del Covid-19. Il colloquio, però, si sposta naturalmente sul “bilancio sociale”.

«Prima della pandemia – esordisce la religiosa – la fruizione annuale delle nostre proposte era di 40 mila studenti. Con un palinsesto di 25 eventi, assicuravamo 120 repliche. Coinvolgendo, quasi esclusivamente, il Nord Italia. Lo schema ventennale affiancava il lavoro delle scuole superiori statali (la maggioranza) e paritarie. Intrecciava le discipline curricolari con le domande dell’oggi, utilizzando vari linguaggi: il cinema, il teatro, le conferenze».

La pandemia ha sorpreso tutti alle spalle. Bloccando l’attività in presenza, ne ha compromesso la stessa sostenibilità. Suor Elisabetta ne parla oggi con più sollievo, pensando pure al contributo ricevuto dall’8xmille: «Avevamo uno staff di giovani appena rodato. Il rischio di licenziamento, la chiusura del Centro… non erano solo ipotesi. La Diocesi ha colto la nostra preoccupazione di voler stare vicino ai ragazzi, secondo il nostro carisma. Abbiamo sperimentato la fiducia di una Chiesa provvida. Quando si parla di povertà, di periferie, di giovani, ci si riferisce sempre a situazioni di fragilità educativa».

Dopo pochi momenti di smarrimento, ecco il rilancio. Dapprima in maniera artigianale, con una telecamera fissa, i relatori senza onorario e i corsi gratuiti online. «Nel lockdown di marzo/maggio – ricorda la direttrice – abbiamo incontrato 52 mila studenti da tutta Italia, cogliendo l’opportunità per aprirci anche alle periferie geografiche. A quelle scuole dislocate, che prima non avevano la possibilità di interagire con le nostre proposte. I nostri relatori sono molto motivati, sapendo che il loro pubblico è di giovani tra i 14 e i 18 anni».

Con la ripresa dell’anno scolastico – e grazie pure al contributo 8xmille – i prezzi degli eventi sono stati calmierati; l’attrezzatura tecnica è diventata più professionale; lo staff, molto qualificato, ha potuto esprimersi con maggiore proprietà, incrocio di linguaggi e minore preoccupazione. Un solo esempio certifica la svolta. A gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, il Centro Asteria ha proposto una rappresentazione teatrale a tema. Si sono collegati 52 mila studenti in un solo giorno. Persino dall’Albania e dalla Svizzera. E si spera in un identico successo anche per i prossimi appuntamenti – in collaborazione con la Diocesi – relativi a “La Bibbia nella selva”: ciascun incontro prevede la presenza di un biblista e un dantista.

C’è già un feedback di tanto impegno? Suor Stocchi preferisce esprimere la stima nei confronti dei ragazzi, più che ricercare gratificazioni: «Speriamo che incida come è stato in passato e che presto si consolidi un regime misto, presenza e online. I ragazzi tuttavia – dalle classi o da casa – interagiscono, in diretta, con vivacità. Questo li rende protagonisti. Fanno domande puntuali, intelligenti, appassionate. Sono lontani dai luoghi comuni su di loro. Gli insegnanti sono consapevoli di dover dare contenuti forti. E i ragazzi questo cercano. Noi ci sforziamo di non tradire la loro fiducia. E gli esiti sembrano riconoscercelo».

Circa l’erogazione 8xmille, infine, assicura che «ne abbiamo dato informazione al nostro interno. Ci premureremo inoltre di inserire il logo dell’8xmille anche sulle locandine delle nostre iniziative».

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