Un periodo utile per recuperare carenze formative dovute alla didattica a distanza, ma anche per promuovere sinergie tra le agenzie educative del territorio allo scopo di attivare occasioni culturali ad ampio raggio

di Cristina CONTI

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Lezioni via web, intere settimane lontani dai compagni di scuola, supporti tecnologici insufficienti. I tanti mesi di didattica a distanza hanno molto provato gli studenti. Soprattutto quelli più fragili. «Molti doposcuola in questo anno di emergenza hanno riscontrato che è aumentata la differenza tra chi va bene in tutte le materie e chi segue con più difficoltà», sottolinea Matteo Zappa, responsabile dell’ Area minori di Caritas Ambrosiana. Non si tratta solo di una disuguaglianza che riguarda gli strumenti digitali, ma anche dello stress causato dalla pandemia.

Così, anche se l’estate è da sempre un momento di alleggerimento, quest’anno il doposcuola negli oratori continuerà anche nei mesi estivi, con modalità diverse. «Ci siamo resi conto che molte energie si stanno muovendo sull’estate (non da ultimo il Piano Scuola) – rileva Zappa -. E abbiamo pensato che fosse il momento opportuno per sviluppare nuove sinergie sul territorio che tenessero conto di tutti i protagonisti della “comunità educante”. Oratori, scuole, doposcuola hanno l’occasione per mettersi in rete e considerare il tempo estivo come momento progettato insieme in modo da non lasciare nessuno indietro».

Durante l’oratorio estivo o nei primi giorni di settembre, sarà dunque possibile attivare in oratorio occasioni culturali di ampio respiro per coinvolgere i ragazzi e dare “spazio alla bellezza”, un tema molto importante per un Paese come l’Italia: dal teatro al cinema, dalla musica alla danza, dai libri alle gare di matematica, dalle uscite all’aperto alla fotografia.

Sono tante le modalità per concretizzare il progetto. Incontri tra responsabili delle attività in oratorio e insegnanti per capire i bisogni del territorio, giochi didattici, gite condivise con gli istituti scolastici, approfondimenti e workshop che possano coinvolgere professionisti che vivono nel territorio: queste solo alcune delle idee proposte. La scuola, dopotutto, non è fatta solo di studio, ma anche di relazioni sociali, conoscenza e cultura in senso lato. «Ecco allora il momento di proporre esperienze di apprendimento e conoscenza anche negli oratori. I doposcuola possono essere progettati insieme per tenersi allenati e per dare una mano a chi fa più fatica», precisa Zappa.

L’isolamento forzato ha portato i ragazzi a stare molto più tempo da soli, chiusi in casa davanti a uno schermo. Chi ha problemi in famiglia ha dovuto affrontare stress anche maggiori. «I doposcuola sono un’esperienza molto importante negli oratori milanesi – aggiunge don Stefano Guidi, direttore della Fom -. Hanno accolto molti ragazzi, che in questa fase hanno sofferto. L’estate è il momento giusto per rilanciare questa esperienza e consentire ai ragazzi di tornare con più interesse al rapporto che li lega alla comunità di appartenenza». I volontari, infatti, temono che da settembre, proprio per la difficoltà di rimanere al passo, possa aumentare anche la dispersione scolastica. “Lo sguardo degli adulti e il ritorno alla socializzazione sono un’opportunità per sostenere il processo formativo. Da qui, inoltre, possono nascere sinergie molto significative che, proprio alla ripresa dell’attività, a settembre, portino i protagonisti a continuare a lavorare insieme per il bene dei ragazzi», conclude Zappa.

 

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