Don Gabriele Catelli, coadiutore a Santo Stefano: «Qui i ragazzi possono mettere in pratica tutto quanto imparano durante l’anno, a partire dal catechismo». Giovedì 16 giugno la visita dell’Arcivescovo

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di Claudio URBANO

Chissà quanti bambini dell’oratorio Santo Stefano, a Segrate, conoscono chi è l’Arcivescovo, o se l’hanno già visto prima. D’altra parte «ci vuole tempo anche per conoscere la figura del “don” dell’oratorio – nota don Gabriele Catelli, coadiutore a Santo Stefano -. All’inizio è come un maestro, oppure un direttore; o ancora un controllore, quello che fa rispettare le regole. Poi, via via che si cresce, si scopre il sacerdote dell’oratorio sempre più come un compagno di viaggio».

Tra pochi giorni, durante l’oratorio estivo, i ragazzi di Segrate avranno però l’occasione di conoscere da vicino l’Arcivescovo, dato che giovedì 16 giugno sarà lui stesso a far loro visita: prima nei due oratori più piccoli, quelli di Lavanderie e di Redecesio. «Arriverà da noi per pranzo, potremo ascoltarlo e fargli delle domande – anticipa don Catelli -. Tutto naturalmente si inserirà nella giornata oratoriana, senza stravolgimenti. Di certo però non mancherà la curiosità di conoscerlo, e di stringergli la mano. Sicuramente, con le storie che sempre sa raccontare, ci darà qualche consiglio per vivere ancora meglio l’oratorio estivo».

«Oratorio che – sintetizza don Catelli – soprattutto dopo questo periodo del Covid cerchiamo di far riscoprire ai ragazzi non solo come un luogo di aggregazione e di divertimento, ma anche come un ambiente dove poter sperimentare una vita buona, una vita nuova che nasce dall’insegnamento di Gesù e del Vangelo».

Il valore dell’inclusione

Don Gabriele Catelli

Don Gabriele Catelli

Una vita buona che si concretizza per esempio nello spazio dato ai bambini con disabilità. In collaborazione con il Comune e con una cooperativa della zona, alcuni di loro frequentano l’oratorio estivo seguiti da educatori esterni, ai quali si affiancano anche gli altri animatori. In molte occasioni sia i laboratori, sia i giochi sono pensati proprio a partire dalle loro capacità, così tutti vivono l’esperienza allo stesso livello. «Sono sempre attività che divertono e che piacciono a tutti», sottolinea don Catelli pensando ai suoi ragazzi (quasi 400 in totale gli iscritti, con un’ottantina di animatori): «Un bell’esempio anche rispetto al significato dell’accoglienza. D’altra parte l’oratorio estivo è anche un’occasione per mettere in pratica tutto quanto si impara durante l’anno, a partire dal catechismo – osserva il sacerdote -. Il desiderio, infatti, è che in oratorio i bambini possano sperimentare al meglio la bellezza della vita così come ce l’insegna Gesù. Cosicché il catechismo rimandi sempre all’esperienza della vita, che è quella più importante».

Certamente, incontrando i ragazzi, anche l’Arcivescovo li incoraggerà a proseguire in questa direzione.

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