Tre parrocchie specificamente individuate dovranno tentare di raccogliere in autonomia, attraverso le offerte deducibili, lo stipendio mensile del proprio parroco
di Massimo
Pavanello
Incaricato diocesano Sovvenire
In questo mese di novembre, la Diocesi ambrosiana aderisce a un esperimento proposto ad alcune realtà del territorio italiano. Le parrocchie individuate dovranno tentare di raccogliere – con le proprie forze – lo stipendio mensile del proprio parroco. Raggiungendo la somma solo attraverso le Offerte deducibili. Senza attingere a integrazioni diverse (8xmille, pensioni, obolo domenicale…). Sono tre, con differente numero di abitanti, le comunità coinvolte: Santo Stefano a Velate (Varese), San Giorgio a Valgreghentino (Lecco), Santa Maria Bianca della Misericordia (Milano).
Il senso profondo del progetto è quello di stimolare la parrocchia a recuperare la propria dimensione comunitaria anche per il sostentamento dei sacerdoti. Liberando altri cespiti – come l’8xmille – da riservare ancor più alla carità. La comunità, così, si impegnerà a recuperare una somma variabile dai 900 ai 1100 euro, a seconda dell’anzianità di ministero del sacerdote. Per fare questo sono a disposizione delle parrocchie prescelte buste e contenitori dedicati.
L’esperimento ambrosiano ha il volto di don Adriano Sandri, don Paolo Ventura e don Enrico Parazzoli (o di altri preti delle stesse comunità). La proposta potremmo chiamarla 4×1: 1 Mese, 1 Comunità, 1 Sacerdote, 1 Dono. Le offerte fatte direttamente in chiesa, aiutano esclusivamente il sacerdote di quella parrocchia. Le donazioni elargite tramite il Progetto Speciale “in parrocchia UNITI nel dono”, invece, sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti, per assicurare a ciascuno una vita decorosa.
L’iniziativa vede la collaborazione tra Ufficio di Curia del Sovvenire e Istituto diocesano sostentamento del clero.