Redazione
Com’è il passaggio da “ragazzo” a animatore? Quali le sensazioni provate trovandosi “dall’altra parte del cancello”? Ciò che più dà soddisfazione è sentirsi protagonista, racconta Riccardo, un adolescente di prima superiore che per la prima volta si è inserito nell’equipe organizzativa della festa del suo oratorio.
di Riccardo,
adolescente e animatore
Ecco la festa dell’oratorio.. un’occasione per rivedere gli altri amici, per rivivere il clima festoso dell’oratorio estivo, per provare finalmente a fare qualcosa! Ecco la bella novità di quest’anno: la prima festa dell’oratorio da animatore è stata una emozione nuova. È come se vivessi una festa dell’oratorio per la prima volta (veramente con due genitori “animatori” sono sempre stato qui…) è l’occasione per sentirla davvero un po’ mia. E così è stato: non ero più dalla parte di chi veniva e giocava, ma dalla parte di quello che si affacciava sul cancello e vedeva gli altri tirare i nastri, segnare il campo e poi a lui toccava solo avvicinarsi e stare agli “ordini”. Finalmente non sono più un “consumatore” e devo dire che è stato bello sentirsi protagonista, poter non solo dire la mia, ma vedere che quello che facevo era davvero utile e serviva per fare bella la festa del “mio” oratorio.
Ecco penso di aver proprio scoperto una caratteristica importante della mia futura presenza in oratorio: questo è il luogo dove c’è davvero posto per me, dove metto e metterò a frutto quello che so fare. È bello che sia il luogo dove la mia simpatia, il mio “rumore” non sono elementi di rimprovero, ma sono occasioni di gioia, sono un modo per incontrarci e stimolare tanti dei miei coetanei.
È bello che, dopo aver lavorato in oratorio, aver condiviso con (purtroppo pochi) amici la bellezza di animare, ci si sente più forti anche per affrontare le prime difficoltà della scuola superiore: stare insieme, confrontarsi dà la carica anche per non sentirsi solo in un banco di scuola, dove tutta la tua carica di animatore è davvero un po’ “cancellata”. Ho proprio sperimentato in questa settimana la bellezza di sentire che l’oratorio è la mia casa. E ora? Spero che il cammino iniziato prosegua e che il desiderio di far diventare l’oratorio la casa di noi adolescenti sia anche nell’obiettivo del mio don.
Allora… auguri e buon anno oratoriano nella speranza che sia un periodo di gioia e di condivisione e io possa, come per la festa dell’oratorio, dare il meglio di me.