Mercoledì 29 marzo a Milano la Comunità di Sant'Egidio, insieme a diverse realtà islamiche, organizza la rottura del digiuno durante il Ramadan. Sarà anche l’occasione per una preghiera comune, in uno spirito di fraternità
In occasione del mese sacro del Ramadan, la Comunità di Sant’Egidio e le diverse comunità islamiche di Milano si ritroveranno insieme, mercoledì 29 marzo, alle 19.30, presso la chiesa di San Bernardino (via Lanzone 13) per pregare gli uni accanto agli altri e mangiare insieme, festeggiando l’Iftar, la rottura quotidiana del digiuno (vedi qui la locandina).
In questo tempo difficile e violento, segnato dalla guerra, dalle morti ingiuste nel Mediterraneo e da muri anche nella città, cristiani di tutte le confessioni, musulmani sunniti e sciiti e tutti i credenti condividono la necessità della preghiera comune per la pace, in uno spirito di fraternità universale. L’incontro è un’occasione per vivere un senso di comunione e condivisione, ribadendo l’impegno di uomini e donne delle diverse fedi per costruire città pacificate e solidali, cercando nel profondo della propria tradizione religiosa – tesa al raggiungimento della pace – quelle energie buone che possono unire genti diverse, riconciliare chi è distante, curare le ferite di società fragili e frammentate.
L’augurio del Papa
Dal 2007 a Milano Sant’Egidio vive questo momento di amicizia e spiritualità con molti musulmani durante il mese di Ramadan. Dice la Comunità: «Ci uniamo agli auguri che il Papa ha rivolto per l’inizio del Ramadan agli amici musulmani, affinché sia un mese in cui “si rafforzino le amicizie esistenti e se ne costruiscono altre, aprendo la strada a una convivenza più pacifica, armoniosa e gioiosa”. Per Francesco “le minacce sono alimentate dalla cultura dell’odio. Abbiamo bisogno, quindi, di trovare le modalità più opportune per contrastare e vincere tale cultura, fortificando invece l’amore e l’amicizia, in particolare tra musulmani e cristiani, in virtù dei legami che ci uniscono (…). Gli atteggiamenti e i comportamenti negativi nei confronti di chi è diverso da noi sono purtroppo numerosi: sospetto, paura, rivalità, discriminazione, esclusione, persecuzione, polemica, insulti e maldicenze, per citarne solo alcuni”».
Presenti i rifugiati
Parteciperanno all’iniziativa anche diversi rifugiati, giunti in Italia con il programma dei corridoi umanitari di Sant’Egidio dai campi di prigionia della Libia, dalla Siria, dall’Afghanistan, dal Corno d’Africa e dal campo profughi di Lesbo, o frequentanti le Scuole di lingua e cultura italiana della Comunità: «Persone di fedi diverse invitano insieme a implementare i corridoi umanitari, a soccorrere chi attraversa il Mediterraneo e ad aprirsi all’accoglienza di quanti cercano qui un futuro migliore».