Sabato 20 novembre al Centro diocesano di Milano un convegno apre le celebrazioni del 50° del Mte, voluto nel 1972 dal cardinale Colombo e ancora oggi realtà moderna, dinamica e creativa, che si appresta a festeggiare l’anniversario secondo tre parole-chiave: ricordare, ringraziare, rinnovare
di Maria Teresa
ANTOGNAZZA
Direttore responsabile del Notiziario del Movimento Terzà Età «Sempre in dialogo»
Cinquant’anni fa il cardinale Giovanni Colombo, con una felice intuizione, fondava in Diocesi di Milano il Movimento della Terza Età. Dopo un viaggio in Francia, dove aveva conosciuto il movimento dei pensionati cattolici La vie montante, aveva maturato la convinzione che, accanto alla cura formativa dei laici assicurata dall’Azione cattolica, occorresse un’attenzione specifica per gli anziani, come risposta al progressivo aumento della vita media della popolazione.
Ha avuto inizio così, nel 1972, all’indomani del grande fermento generato dal Concilio Vaticano II, una realtà dinamica, coinvolgente e generativa di infinite risorse, che ancora oggi porta frutti nel contesto ecclesiale e sociale.
Quella dell’arcivescovo Colombo era un’idea molto precisa, talmente “moderna” da risuonare anche in questo tempo come necessaria per ri-attivare l’età anziana. Nel documento La pastorale della terza età, pubblicato nel giugno dell’anno successivo, egli la esprimeva così: «Bisogna che la Chiesa si renda conto che la terza età è un fatto sociale imponente, un problema pastorale urgente, una speranza d’apostolato promettente». E aggiungeva un invito a valorizzare «il carisma della longevità che si traduce nell’essere testimone di speranza e operatore di carità. Dunque, amare l’anziano vuol dire apprezzare e fargli apprezzare il carisma della longevità in tutte le sue componenti. Vuol dire anche difendere e insegnargli a difendere i valori della sua età».
Ciò che Colombo chiedeva alla Diocesi, affidando proprio all’Azione cattolica ambrosiana il compito di realizzarlo, era di pensare un soggetto dinamico e creativo, in cui gli anziani potessero esprimere le proprie doti, tenersi aggiornati e informati, vivessero una condivisione amichevole, dessero ancora testimonianza alle generazioni future dei valori che li avevano sempre sostenuti nel cammino. Un progetto che, in seguito, gli suggerì di dare forma persino a una «università per loro», come diceva dieci anni dopo, da Arcivescovo emerito, inaugurando nell’autunno 1983 quella che ora si chiama “Università della Terza Età Giovanni Colombo”, l’unica che dipenda direttamente dalla Diocesi di Milano.
Questo rappresenta oggi nelle parrocchie della Diocesi il Movimento Terza Età: un insieme di attenzione spirituale e formativa, occasione di incontro e convivialità, promozione di appuntamenti culturali e di volontariato. Scriveva ancora Colombo nel 1981: «L’anziano è sì a volte spettatore silenzioso degli avvenimenti del mondo, ma è spettatore costretto: il suo desiderio è di vivere in mezzo alla gente, la sua aspirazione e la sua speranza sono di rimanere cittadino efficiente, protagonista pensoso che ha idee e metodi e consigli da suggerire e proporre. Occorre che l’anziano possa approfondire e rivisitare la propria cultura, pena il disadattamento sempre più spiccato agli accelerati mutamenti della società in cui vive».
Quell’inevitabile “rallentamento” che anche il Movimento ha subìto in seguito ai duri mesi della pandemia di Covid-19, oggi chiede una nuova iniezione di fiducia reciproca, per riprendere con slancio la vita dei gruppi locali. L’occasione è data proprio dall’importante compleanno che incombe. Il cinquantesimo, che prende il via nel convegno di sabato 20 novembre, presso il Centro diocesano di via Sant’Antonio a Milano, sarà celebrato con un susseguirsi di eventi nelle zone pastorali per tutto il 2022, fino a compiersi nell’appuntamento del 17 settembre 2022 nel Duomo di Milano, alla presenza dell’arcivescovo Mario Delpini.
«Celebrare i cinquant’anni della vita del Movimento Terza Età della Diocesi di Milano – scrivono i responsabili diocesani Alba Moroni e Carlo Riganti, con l’assistente monsignor Franco Cecchin – è certamente una grazia del Signore, perché ci dà la possibilità di vivere e coniugare insieme tre verbi, che sintetizzano il nostro passato, che ci aiutano a percepire l’oggi e che ci orientano al futuro prossimo: ricordare, ringraziare e rinnovare».
A partire dal 29 gennaio 2022 a Varese, gli otto incontri programmati nei vari luoghi della Diocesi consentiranno di dar voce ad altrettanti testimoni, invitati a raccontare come hanno valorizzato i propri talenti, mettendosi a servizio della Chiesa e del proprio territorio. «Riscopriamo e valorizziamo i nostri talenti. In cammino verso il futuro, alla luce dell’esperienza vissuta e testimoniata» è il tema e filo conduttore di tutto l’anno giubilare.
Particolarmente interessanti le figure già interpellate per portare la propria esperienza nei convegni: a Varese presso l’Istituto De Filippi di via Brambilla 15, parlerà Giuseppina De Maria, già presidente di Uni3 Varese; a Monza (sabato 26 febbraio) interviene Sabino Illuzzi, presidente dell’associazione ProSpera-Progetto Speranza e senior director Intesa Sanpaolo; il 12 marzo ad Abbiategrasso ci sarà la testimonianza di Antonio Guaita, geriatra, direttore della Fondazione Golgi Cenci; il 26 marzo a Rho, presso la sala congressi dei Padri Oblati, Marisa Colombo, catechista, parlerà del suo impegno nel volontariato; a Sesto San Giovanni, il 2 aprile, interviene Roberta Osculati, consigliere comunale a Milano, mentre il 7 maggio a Lecco ci sarà la testimonianza di Virginio Brivio, già sindaco della città e presidente della Provincia di Lecco; a Treviglio, il 14 maggio parleranno due donne impegnate nel mondo della scuola, M. Antonietta Adami e Caterina Grilli e, infine, a Milano il 28 maggio testimonianza di Marco Zanobio, dell’associazione Amici Trivulzio onlus.
Si annuncia ricca di sorprese la giornata dedicata alla memoria del fondatore del Movimento, cardinale Giovanni Colombo, organizzata presso la sua città natale a Caronno Pertusella (Varese), venerdì 20 maggio.