Oblato di Maria Immacolata, Vescovo emerito di Port-de-Paix, è morto nei giorni scorsi a causa di un incidente. Durante il suo episcopato, ricco di iniziative innovative, collaborò a lungo con i “fidei donum” ambrosiani

di don Giuseppe GRASSINI
Già fidei donum ad Haiti, ora parroco a Santa Maria Assunta in Turro

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Monsignor Pierre Antoine Paulo

Una caduta accidentale mentre stava raggiungendo la cappella dove avrebbe celebrato la Messa, giovedì 4 febbraio, ha provocato la morte improvvisa di monsignor Pierre-Antoine Paulo, Vescovo emerito di Port-de-Paix, nel dipartimento Nord-Ovest di Haiti. Nell’aprile del 2020 si era ritirato, per raggiunti limiti d’età, dalla guida della diocesi e aveva scelto di risiedere presso il Monastero benedettino di Morne-Saint-Benoît, alla periferia di Port-au-Prince: proprio lì è avvenuto l’incidente.

Monsignor Paulo era nato nel 1944 a Camp-Perrin, nel dipartimento Sud di Haiti. Nella sua parrocchia di origine aveva conosciuto i missionari Oblati di Maria Immacolata e, a 18 anni, aveva deciso di unirsi a loro. Partì per il noviziato negli Stati Uniti, dove fece la prima professione religiosa nel 1963. Nel 1969 venne ordinato prete. La congregazione lo inviò a Roma, per perfezionarsi in studi biblici. Dopo alcuni anni di esperienza in parrocchia, fu incaricato come animatore vocazionale, maestro dei novizi e poi rettore del Seminario. In seguito divenne Superiore provinciale degli Oblati di Maria Immacolata. Durante il suo mandato, favorì la partenza di missionari oblati haitiani verso altri Paesi dell’America Latina. Lui stesso andò come missionario in Colombia, rimanendo per sette anni a Cartagena de Indias, dedicandosi in maniera particolare alla comunità afro-americana, formata dai discendenti dagli schiavi. Monsignor Paulo diceva di aver trovato grande ispirazione nell’opera di San Pietro Claver, il santo gesuita spagnolo che aveva lavorato nel XVII secolo proprio a Cartagena de Indias, a servizio degli schiavi provenienti dall’Africa.

Nel 2001 monsignor Paulo venne richiamato ad Haiti e nominato vescovo ausiliare di monsignor Frantz Colìmon, che poi sostituì nel 2008 alla guida della diocesi di Port-de-Paix.

I suoi studi, le esperienze come formatore e missionario hanno orientato le linee della sua azione pastorale nei 19 anni a servizio della diocesi. Fu il coordinatore del gruppo di biblisti che nel 2008 pubblicò una nuova traduzione del Nuovo Testamento in creolo haitiano. Iniziò la “Scuola di approfondimento della fede”: vero e proprio corso di teologia per laici, rivolto ai catechisti responsabili di comunità e ai laici impegnati nelle attività pastorali della sua diocesi. Per dare attuazione alla rinnovata sensibilità missionaria suscitata dalla V Conferenza generale dell’episcopato latino-americano e dei Caraibi (che si tenne ad Aparecida, in Brasile, nel 2007), propose di organizzare la vita delle parrocchie in piccole comunità locali chiamate “La Chiesa: una piccola famiglia”. Ebbe particolare cura per la scuola cattolica e la pastorale giovanile e in pochi anni si vide anche una nuova fioritura di vocazioni maschili e femminili. Promosse la costruzione di uffici per la Curia e volle fortemente che si aprisse una sede decentrata dell’Università Cattolica proprio a Port-de-Paix. Non mancò la fondazione di numerose nuove parrocchie tra cui Ti-Rivyè e Ka-Philippe, affidate ai preti fidei donum provenienti dalla diocesi di Milano. Numerose le iniziative di collaborazione nate grazie alla presenza dei preti milanesi, incoraggiate da monsignor Paulo, in particolare con Caritas Ambrosiana.

L’attuale vescovo di Port-de-Paix, monsignor Barthélus, ha comunicato la morte di monsignor Paulo definendola «una perdita enorme per tutta la Chiesa di Haiti». Anche la diocesi di Milano ha potuto conoscere e apprezzare la sua limpida testimonianza missionaria.

 

 

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