Presieduta alle 19.30 dall’Arcivescovo nel 16° anniversario della morte e nel 39° del riconoscimento pontificio della Fraternità di Cl. Diretta tv e web, omelia in differita su Radio Mater
In occasione del 16° anniversario della morte del Servo di Dio don Luigi Giussani (22 febbraio 2005) e del 39° del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione (11 febbraio 1982), lunedì 1 marzo una celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, nel Duomo di Milano alle 19.30. Diretta su Chiesa Tv (canale 195), www.chiesadimilano.it, youtube.com/chiesadimilano; omelia in differita alle 20.30 su Radio Mater.
Secondo le disposizioni sanitare in materia di Coronavirus, alla celebrazione parteciperà un numero limitato di persone, cioè coloro che hanno ricevuto l’invito da esibire all’ingresso del Duomo.
Centinaia di Messe verranno celebrate in Italia e nel mondo, presiedute da cardinali e vescovi (elenco aggiornato su www.clonline.org.). La modalità della partecipazione alle celebrazioni dipende dalle disposizioni anti-Covid in vigore in ogni nazione, e può variare da città a città.
L’intenzione delle Messe è la seguente: «Nelle difficili circostanze che siamo chiamati a condividere con i fratelli tutti, chiediamo al Signore una coscienza vigile e grata del dono ricevuto nell’incontro con il carisma di don Giussani per servire sempre meglio la Chiesa, nel riconoscimento che ogni istante che passa è abitato da Cristo presente, perciò non c’è niente di inutile e tutto è segno di una indistruttibile positività».
A proposito del contributo di Comunione e Liberazione alla vita di tutti in questo tempo così sfidante, don Julian Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha scritto: «Se saremo fedeli alla grazia che ci ha raggiunti attraverso il carisma di don Giussani – noi che ne siamo stati attratti e desideriamo seguirlo –, “centrati in Cristo e nel Vangelo”, potremo essere “braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa in uscita” (papa Francesco), collaborando con il Papa al futuro della Chiesa nel mondo, quel futuro preconizzato dal cardinale Ratzinger nel lontano 1969: “Il futuro della Chiesa può venire solo dalla forza di coloro che hanno profonde radici e vivono con una pienezza pura della loro fede. La Chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza”. Solo questa novità può essere credibile oggi».