Nel paese del Varesotto la prossima Beata si è spenta dopo avervi vissuto esperienze personali e spirituali intensissime. Villa San Francesco, ricordo tangibile della sua presenza, è oggi disponibile per giornate di preghiera
di Maddalena
COLLI
Un legame profondo ha sempre unito Armida Barelli al paese di Marzio: situato fra la Valganna e la Valceresio, in cima al Passo dell’Alpe Tedesca, sorge su un soleggiato balcone morenico affacciato sul Lago Ceresio e sulle terre svizzere. Questo amore per Marzio è testimoniato dalle biografie di colei che, per migliaia di donne e di giovani, è stata la Sorella Maggiore; ancora oggi il suo ricordo è custodito nel cuore degli abitanti più anziani.
Per Armida Barelli Marzio non è stato un amore a prima vista, come testimoniato nella biografia di don Luigi Curti, che fu il parroco del paese: «… la Sig.ra Savina Barelli, … nel 1919, venne a passare le vacanze estive. Al termine di queste vacanze scrisse una lettera a sua figlia Armida in cui diceva: “Se proprio non vuoi venire a passare le vacanze, almeno vieni a vedere dove è andata a finire tua mamma”». Ma con il passare del tempo lo ha amato sempre più e ha vissuto in questo paese esperienze spirituali profondissime. Qui lei ha pregato, ha lavorato intensamente; qui è tornata quando la sua malattia ha fatto capire che si avvicinava il momento di “partire per il cielo”. Da qui ha continuato a seguire le opere a cui ha dedicato la vita, a soffrire e offrire per esse.
I luoghi non sono semplicemente “palcoscenici” su cui si svolge la vicenda umana delle persone; essi sono parte integrante di essa, la accolgono e la nutrono, ne influenzano lo svolgimento, le offrono il grembo in cui crescere, la educano.
Per Armida Marzio è stato il luogo in cui ha rafforzato il suo legame con la madre riuscendo, a poco a poco, a coinvolgerla nelle sue attività apostoliche; ha sostato per recuperare le energie fisiche minate da diverse malattie anche serie; ha lavorato, instancabile come sempre; ha coltivato rapporti di amicizia profondi e veri; ha vissuto momenti di dolore e di prova legati alle vicende della sua famiglia spirituale, ma anche alle vicende del Paese; ha pregato («la Villa San Francesco – scrive don Luigi Curti – non era solo il laboratorio instancabile che faceva funzionare le Opere di Armida Barelli, era anche il Tabor dove poteva ricuperare i vuoti di preghiera di Milano»); da qui è “partita per il cielo”.
Un segno tangibile della sua presenza rimane la “Villa San Francesco”, restaurata nel 2015, il luogo in cui poter “incontrare” più da vicino la Sorella Maggiore. La cameretta in cui ha lavorato ed è morta, la piccola cappella in cui ha pregato e fatto quotidianamente l’Adorazione eucaristica, il silenzio che la avvolge, il verde in cui essa è immersa e i monti che si scorgono in lontananza, quasi naturalmente invitano a sostare in un ascolto intenso e profondo, parlano al cuore di una vita spesa e donata con generosità e in letizia, risvegliano nostalgia di cielo. Sono questi i doni che ancora oggi Armida Barelli fa agli abitanti di Marzio e a tutti coloro che visitano la Villa.
Dopo la ristrutturazione, la Villa è a disposizione per una giornata di preghiera, riflessione, deserto, aperta da aprile a ottobre, su richiesta, per gruppi parrocchiali, associazioni, movimenti, piccoli gruppi di pellegrini e chi desidera conoscere la vita e il carisma di Armida Barelli.
La casa offre una piccola cappella per la preghiera, un salone per incontri (max 25 persone), uno spazio per pranzo al sacco, un bellissimo parco.
Per informazioni e prenotazioni: ISM (tel. 02.86450304 – lun-ven 9.30-12.30 e 14-17; amministrazionecc@ism-regalita.com)