Durante il lockdown solo una decina delle oltre 1000 scuole presenti in Diocesi ha chiuso. Il Vicario per la Pastorale scolastica fa il punto e sottolinea il valore di questi istituti, «espressione della passione educativa della Chiesa e realtà importante per tutto il sistema»

di Annamaria BRACCINI

scuole paritarie

Condividono le apprensioni di tutti in questo inedito inizio d’anno scolastico. Tuttavia si può dire «che le scuole paritarie possono contare su un elemento motivazionale molto forte: quello della sussidiarietà, del far emergere la corresponsabilità dal basso, dall’esperienza educativa vissuta quotidianamente». Monsignor Paolo Martinelli, vescovo ausiliare e vicario episcopale per la Pastorale scolastica, guarda con fiducia alla ripresa delle attività didattiche: «Abbiamo visto come in questi ultimi mesi, nonostante le difficoltà, siano molte le famiglie che mandano i figli alle scuole paritarie grazie alla loro chiara proposta educativa e al forte impegno offerto anche di fronte alle problematiche emergenti. Questo infonde sicurezza, è un segno per tutta la società».

Nel suo messaggio per l’inizio dell’anno scolastico, l’Arcivescovo dice agli insegnanti: «Contiamo su di voi, coraggio, siamo alleati per la crescita dei giovani”. In questo richiamo le scuole paritarie d’ispirazione cristiana hanno molto da dire…
È molto importante che l’Arcivescovo abbia espresso forte incoraggiamento a tutto il personale delle scuole – insegnanti e dirigenti -, perché spetta a loro la responsabilità immediata della riapertura, della gestione, dell’organizzazione delle proposte educative e dell’affronto dei problemi. L’Arcivescovo esprime l’abbraccio della Chiesa a tutto il mondo della scuola, promuovendo l’alleanza educativa per le nuove generazioni, tra tutti i soggetti coinvolti. In tutto questo le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana sono espressione peculiare della passione educativa della Chiesa, realtà importante per tutto il sistema scolastico.

Veniamo a una nota dolente: le difficoltà finanziarie. Esistono già cifre che riguardino la paventata chiusura o, comunque, una più limitata attività di scuole paritarie sul territorio diocesano?
Le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana in Diocesi sono 1003, con circa 100 mila  alunni; di queste, 650, tra cui 220 parrocchiali, sono dell’infanzia, frequentate da 50 mila bambini, con una presenza capillare. Ebbene, nonostante le difficoltà, sono molto poche le scuole che hanno dovuto chiudere, meno di una decina. Durante il lockdow abbiamo temuto che il numero avrebbe potuto essere molto alto, ma fortunatamente non è così. Sostanzialmente non sono riuscite a sopravvivere quelle realtà paritarie già in crisi: per loro la pandemia è stata come una sorta di accelerazione di un processo già in atto. Dall’altra parte, abbiamo visto una grande volontà di organizzazione, di condivisione delle risorse e dei cammini vissuti dalle paritarie in questi mesi, che si è realizzata anche grazie al lavoro che l’Ufficio di Pastorale scolastica ha svolto a livello territoriale. Penso ai tanti incontri in cui i dirigenti e i gestori hanno condiviso le possibilità di una ripartenza, approfondendo scelte di fondo e strumenti. Si è visto formarsi quello che chiamerei «il grande corpo delle paritarie», che ha permesso di affrontare e attraversare la difficoltà con maggiore successo.

L’1 ottobre l’Arcivescovo celebrerà una Messa per il mondo della scuola. È un modo per dire l’apprezzamento…
Si tratta di un gesto molto bello che il nostro Arcivescovo vuole realizzare nella nostra Cattedrale, celebrando l’Eucaristia e invocando la benedizione del Signore su tutto il mondo della scuola. Ciò esprime stima e incoraggiamento in particolare verso i docenti e i dirigenti che devono assumersi la responsabilità dell’avvio e del prosieguo del cammino. Il Signore ci accompagni con la Sua benedizione.

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