Il Moderator Curiae illustra il significato della prima edizione del documento e sottolinea: «In futuro si potranno approfondire le attività di tutte le comunità cristiane sul territorio»

di Annamaria Braccini

Monsignor Bruno Marinoni
Monsignor Bruno Marinoni

«Un Bilancio di missione, non un Bilancio sociale». Così monsignor Bruno Marinoni, vicario episcopale per gli Affari generali e Moderator Curiae, definisce il primo Bilancio dell’Arcidiocesi relativo all’anno pastorale 2021-2022 (leggi qui). «Lo abbiamo chiamato così – spiega – per indicare che il focus è sull’obiettivo che ogni realtà ecclesiale sempre deve avere per la sua stessa natura: la missione».

A chi si rivolge questo documento?
Ci rivolgiamo essenzialmente a tutti distinguendo due livelli. Il primo è l’opinione pubblica, e quindi abbiamo compiuto lo sforzo di tradurre in un gergo comprensibile a tutti quelle che sono le caratteristiche della Chiesa ambrosiana. Allo stesso tempo, si rivolge anche ai fedeli delle parrocchie, che magari non hanno un’idea complessiva del funzionamento degli enti centrali. Il secondo livello è più ad intra, perché i dipendenti, i volontari, i sacerdoti che lavorano in questo perimetro centrale siano tutti consapevoli dell’azione complessiva che viene svolta.

Avete preso in esame la Curia e gli Enti collegati – un totale di 13 realtà – che hanno utilizzato risorse pari a quasi 52 milioni di euro. Quale è il dato più significativo?
Abbiamo ripartito le voci di spesa in tre macroaree. Innanzitutto quella più tipica per i compiti del Vescovo diocesano: l’indirizzo pastorale, la formazione e il coordinamento. La seconda area riguarda la cura amministrativa e la consulenza, cioè l’accompagnamento delle parrocchie e degli Enti nelle azioni più significative per il loro patrimonio, attraverso gli Uffici di Curia e le società di servizio. Il terzo livello è l’erogazione diretta di fondi. Credo che sia significativo il fatto di avere un numero aggregato che ci dia, in valore assoluto, l’impegno immediato del Vescovo sul territorio, non solo attraverso erogazioni, ma soprattutto attraverso un servizio di accompagnamento.

La gestione per l’anno 2021-2022, tranne che per un 2% del dato complessivo, si è rivelata virtuosa e in pareggio…
Sì. Il motivo per cui vi è questo 2% è dovuto a un incremento legato alla pandemia e al costo dell’energia che non si è riusciti a contenere totalmente.

Si continuerà a pubblicare il Bilancio nei prossimi anni?
Certamente. Come abbiamo scritto, questo è stato solo il primo fotogramma di un film, con l’idea che dal prossimo anno si possano oltretutto avere numeri da comparare con quelli pubblicati ora. La novità per il prossimo anno sarà un approfondimento sulle attività di tutte le nostre 1107 parrocchie: ora ci siamo limitati agli organismi centrali, ma la vera attività significativa è sul territorio e nelle singole comunità cristiane.

Questo è stato anche l’auspicio dell’Arcivescovo, cioè che questo strumento possa servire alle parrocchie per dare un’indicazione di come si stila un bilancio…
Certamente. Da un lato, questo primo Bilancio di missione diventa esemplare per le parrocchie, ma al contempo è adatto anche a produrre uno strumento ad hoc per le singole realtà, ovviamente molto più semplice, in modo che ogni singola parrocchia potrà autonomamente costruire uno schema di bilancio per poter comunicare a quanti contribuiscono nella sua comunità.

Le parrocchie presentano già un rendiconto?
Noi riceviamo la quasi totalità dei 1107 rendiconti già da molti anni. Ora sarà nostro compito rendere fruibili questi dati con le necessarie aggregazioni e interpretazioni.

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