Domenica 6 marzo alle 14.30 Comunità pastorale e Città unite per una marcia silenziosa e una testimonianza contro tutte le guerre

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Piazza della Liberazione a Magenta

Insieme per la Pace. Con questo intento Comunità pastorale e Comune di Magenta hanno deciso di organizzare domenica 6 marzo una marcia silenziosa per le vie cittadine, cui si aggregheranno le associazioni e tutti coloro che vogliano condividere il cammino. Il parroco don Giuseppe Marinoni e il sindaco Chiara Calati si sono trovati d’accordo nel definire, insieme a diversi attori del mondo del volontariato e dell’impegno civile e religioso magentino, un momento e un percorso.

Dove e quando

Il ritrovo è fissato alle 14.30 presso l’Ossario dei Caduti (in via Brocca); da lì si procederà lungo la via Cattaneo, via Roma, via IV Giugno per giungere a Casa Giacobbe, dove avrà termine, verso le 16.30.

Perché la marcia

Il conflitto in Ucraina, certamente, sprona. Ma non ci si deve dimenticare tutte le guerre ancora oggi in corso in tutto il mondo. Per questo la marcia per la pace sarà un momento per unire tutti e camminare insieme, ricordando anche i tanti conflitti attivi.

Come ha affermato pochi giorni fa papa Francesco: «Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune, che vuole la pace; e che in ogni conflitto – la gente comune – è la vera vittima, che paga sulla propria pelle le follie della guerra». Per questo nasce la proposta di una marcia condivisa.

La scelta del giorno

Molte donne ucraine, presenti e attive a Magenta e sul territorio, trovano nella domenica pomeriggio un momento di riposo. «È il momento ideale per coinvolgerle e far sentire loro la vicinanza di tutta la comunità», ha ricordato don Marinoni.

Il sindaco Calati per parte sua ha ricordato come il Comune di Magenta si sia «immediatamente attivato con la Prefettura per conoscere le indicazioni in termini di gestione dell’accoglienza dei profughi e il coordinamento degli aiuti. Era mia assoluta intenzione organizzare un gesto di testimonianza contro ogni conflitto e ogni sopraffazione; sono particolarmente felice di farlo insieme alla Comunità pastorale per un momento che vuole coinvolgere l’intera città di Magenta. È dovere delle istituzioni fare tutto ciò che è in loro potere per essere di supporto in momenti drammatici che coinvolgono civili, donne e bambini».

L’Ossario dei Caduti e Casa Giacobbe

Sono e rappresentano due luoghi simbolici. Entrambi sono lì a ricordarci sempre quanto la guerra, ogni guerra, provochi solo morte e distruzione. Casa Giacobbe, inoltre, è anche un luogo di ritrovo per molte persone, di varie nazionalità, che trovano qui uno spazio di pace e di convivialità.

Durante e dopo la marcia

Durante la marcia si lascerà spazio al silenzio e alla vicinanza con chi, in questo momento, soffre per le conseguenze del più recente conflitto. Sarà anche l’occasione per ricordare tutte le guerre ancora oggi in corso. Tutti sono invitati a partecipare, dai cittadini alle associazioni, che potranno portare il proprio vessillo di rappresentanza. La marcia non è politica, perché la ace non ha parti.

La marcia, per quanto importante, non è un singolo episodio. Comunità pastorale e Comune di Magenta si stanno già adoperando per creare le condizioni per la solidarietà a chi oggi soffre e per stabilire nuovi momenti per ricordare il valore della pace. Perché, come ricordava Carlo Maria Martini: «La pace è composta di tanti elementi, ha il suo culmine nella pace-comunione e tuttavia non trascura le altre realtà e le altre situazioni terrene. Proprio per questo, è necessario continuamente ripensarla, riproporla nei termini attuali, affinché non sia una semplice astrazione, una semplice ideologia».

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