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Redazione
Tanto mi aveva raccomandato la sua mamma: «Moses (foto a sinistra con don Colombo) vuole vederla, non è riuscito a venire perché è impegnato in una parrocchia, ma domani sarà in Seminario e fra un anno – se Dio vuole – sarà sacerdote, il tredicesimo di Kafue!».
Sono qui con lui, a San Domenico, nel seminario ricco di studenti di teologia, con lista d’attesa addirittura. Ricordo di averlo battezzato 27 anni fa’, ma ora è un bel giovanotto, con occhiali, serio e sereno. Mi chiede: «Continui a pregare per me così che con l’aiuto della grazia di Dio io possa diventare sacerdote, l’anno prossimo!».
«C’è un invito a pranzo, in un ristorante della città, t’aspetto per mezzogiorno». E’ l’ultima delicatezza dell’Arcivescovo. Non immaginavo di partecipare a una festa di compleanno per la professoressa di francese dell’Università Statale (foto a sinistra, sotto). «Mio padre era catechista al villaggio, legatissimo a Monsignor Medardo, che conosce bene tutti i miei fratelli e le mie sorelle. Ho studiato due anni a Parigi e ora sono qui…». C’è il taglio della torta con le candeline, mentre le ragazze cantano “Happy birthday to you, Flora!”
Tempo di salutarci. Siamo entrambi con poche parole rimaste nel momento di staccarci dopo tre settimane insieme. L’Arcivescovo (foto in alto) dice: «Sono al mio ultimo anno, entro nel 75°, è già pronto il nuovo Vescovo, cosa farò dopo? Ho dei progetti…vedrò. Già pregusto l’ultima gioia: quella di consacrare la cattedrale. Va’ a vederla, il tetto è quasi finito…». “Ndiribe mau” dico semplicemente, cioè “Non ho parole per ringraziarla” mentre mi inginocchio, lì nel cortile della sua casa, per ricevere la sua benedizione.
Domani si torna a Milano. Destinazione Altopiano di Seveso.