“Alla Sua ombra” raccoglie le tappe della vita e degli studi del teologo ambrosiano. Tra ricordi di luoghi, eventi e personaggi conosciuti, spicca la sua grande passione per i Padri della Chiesa
di Annamaria
BRACCINI
Che cosa è una “autobiografia teologica”? Il racconto di una vita dedicata agli studi e, in specifico, appunto alla teologia? L’analisi di passaggi-chiave della vicenda intellettuale di un teologo o una narrazione che presenta anche aneddoti, ricordi personalissimi, sensazioni ed emozioni provate, nelle diverse stagioni della propria esistenza, da un uomo, anzi, da un sacerdote?
Alla Sua ombra, di monsignor Inos Biffi, è tutto questo, compendiato in 276 pagine appena pubblicate per la Collana “Pensiero cristiano” di Jaca Book. Quale sia questa “Sua ombra” con la “S” maiuscola, è evidente per monsignor Biffi, prete ambrosiano nato nel 1934 e ordinato presbitero 60 anni fa dal beato Giovanni Battista Montini, teologo e storico della teologia, insignito del Premio Ratzinger nel 2016, docente ancora in attività. A scorrere tante intense pagine, costruite con uno stile veloce che non rinuncia mai alla profondità, è allora un intero mondo che si apre: dai luoghi e i riferimenti familiari del giovane Inos, nato a Lomagna (nel Lecchese manzoniano) e cresciuto in una di quelle belle, sane, numerose e religiose famiglie di un tempo, per giungere alla prima maturazione all’ombra della Madonnina, intesa in senso lato, come l’ampio mantello della Protettrice che racchiude l’intera terra ambrosiana.
Proseguendo nelle diverse età dell’autore, il racconto si fa avvincente, tra ricordi di viaggi e paesaggi, di persone e personalità incontrate, dove ritrovare tanti nomi cari alla nostra Diocesi, da famosi insegnanti del Seminario di Venegono ai Papi studiati o conosciuti (Pio XI, Pio XII, Paolo VI, fino ai più recenti). Per arrivare, ancora, a cardinali come Schuster, Giovanni Colombo (di cui Biffi diventerà il maggiore biografo), il teologo Carlo Colombo, l’amico e sodale Giacomo Biffi.
Eppure, forse, le memorie nelle quali più si intuisce la grande passione biffiana sono quelle dedicate ai maestri della filosofia, ai Padri della Chiesa, alle figure che hanno segnato, nei secoli, il percorso del Cristianesimo. Sant’Ambrogio (sua parte della cura critica del monumentale “SAEMO”, l’Opera Omnia dell’Arcivescovo di Milano, edita in latino e italiano), Tommaso, San Bernardo, Sant’Anselmo di Aosta, il “Dottore Magnifico” -, uniti idealmente in un ininterrotto cantiere del migliore pensiero. Senza dimenticare Chenu, Leclercq, Gilson, De Lubac, Guardini e quel cardinale Newman, «silenzioso e gentile compagno di viaggio», studiato già in Seminario dal 1952, sul quale monsignor Biffi scrive pagine assolutamente da non perdere. Anche perché, ben lo si capisce, è una stessa sensibilità e un medesimo amore per la verità e la coerenza che li accomuna. Così come interessanti sono i capitoli incentrati sulla prediletta teologia medioevale e “Alla scuola dei monaci”, rileggendo ogni momento, naturalmente, alla luce del grande e unico vero Maestro, il Signore Gesù.
«Ho lasciato che fosse pubblicata la mia autobiografia, non tanto cedendo all’inclinazione dei vecchi, i quali amano ritornare al loro passato e anche trasfigurarlo – spiega l’autore -, quanto e, soprattutto, per fare memoria delle misericordie del Signore che hanno accompagnato e ancora accompagnano la mia vita».