A un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, un invito a vivere la Quaresima tra conversione (online il link per aderire al suo appello), preghiera (con un’invocazione specifica) e penitenza (in particolare il digiuno del 3 marzo)
di monsignor Mario
DELPINI
Arcivescovo di Milano
Noi vogliamo la pace. I popoli vogliono la pace. I poveri vogliono la pace. I cristiani vogliono la pace. I fedeli di ogni religione vogliono la pace.
E la pace non c’è.
E coloro che decidono le sorti dei popoli decidono la guerra, causano la guerra. E dopo averla causata non sanno più come fare per porre fine alla guerra.
Non possono dichiararsi sconfitti.
Non possono vincere annientando gli altri.
In queste vie senza uscita che tormentano tanti Paesi del mondo, umiliano la giustizia e distruggono in molti modi le civiltà, le famiglie, le persone e gli ambienti, che cosa possiamo fare? Dichiariamo la nostra impotenza, ma non possiamo lasciarci convincere alla rassegnazione. Noi crediamo che Dio è Padre di tutti, come Gesù ci ha rivelato. Crediamo che Dio manda il suo Santo Spirito per seminare nei cuori e nelle menti di tutti, compresi i potenti della terra, pensieri e sentimenti di pace e il desiderio struggente della giustizia.
Il 24 febbraio molte manifestazioni sono organizzate per ricordare il primo anniversario di un evento tragico e promuovere iniziative di pace. Invito tutti a unirsi con convinzione agli eventi organizzati, dovunque siano.
Raccogliamo con gratitudine l’appello accorato e insistente di Papa Francesco, ammiriamo la sua tenacia, riflettiamo sul suo insegnamento e insieme con tutti i fratelli e le sorelle che vogliono la pace nella giustizia, noi decidiamo di insistere nella preghiera, nella penitenza, nell’invito alla conversione.
Per questo propongo che nella Diocesi di Milano si viva la Quaresima come tempo di invocazione, di pensiero, di opere di penitenza e di preghiera per la pace. Coltiviamo la convinzione che solo un risveglio delle coscienze, della ragione, dello spirito può sostenere i popoli, i governanti e gli organismi internazionali nel costruire la pace.
Quanto all’invito alla conversione, invito tutti a condividere, a sottoscrivere e a far sottoscrivere – a partire dalla prima domenica di Quaresima e fino alla domenica delle Palme – l’appello che sarà reso disponibile online su questo portale (a questo link) e che potrà anche essere distribuito in forma cartacea (vedi il box a sinistra, ndr). Questo gesto simbolico possa tramutarsi nell’assunzione di un impegno concreto per un percorso penitenziale. Mi propongo, alla fine della Quaresima, di raccogliere le adesioni e di farle pervenire alle autorità italiane ed europee.
Quanto alla penitenza invito tutti a vivere l’intera Quaresima come tempo di penitenza secondo le forme praticabili. In particolare a questa intenzione orienteremo il digiuno del primo venerdì della Quaresima ambrosiana, il 3 marzo. E invito chi può e lo desidera a condividere con me la preghiera e il digiuno in Duomo, dalle 13 alle 14, come forma simbolica per esprimere un proposito che ispiri il tempo di Quaresima.
Quanto alla preghiera propongo che in ogni occasione opportuna condividiamo la seguente invocazione per la pace.
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per confidarti lo strazio della nostra impotenza:
vorremmo la pace e assistiamo a tragedie di guerre interminabili!
Vieni in aiuto alla nostra debolezza,
manda il tuo Spirito di pace
in noi, nei potenti della terra, in tutti.
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per invocare l’ostinazione nella fiducia:
donaci il tuo Spirito di fortezza,
perché non vogliamo rassegnarci,
non possiamo permettere che il fratello uccida il fratello,
che le armi distruggano la terra.
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
Padre nostro,
noi ti preghiamo per dichiararci disponibili
per ogni percorso e azione e penitenza
e parola e sacrificio per la pace.
Dona a tutti il tuo Spirito,
perché converta i cuori, susciti i santi
e convinca uomini e donne a farsi avanti
per essere costruttori di pace,
figli tuoi.
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