Visitando le attività in corso nelle località sopra Lecco, monsignor Delpini ha consegnato una sorta di “decalogo” agli animatori e ai partecipanti: «Ringraziate sempre, sorridete e abbiate stima di voi»
di Annamaria
Braccini
Dire ogni mattina «grazie», sorridere e far sorridere gli altri, avere stima di se stessi, non dimenticando mai che siamo fatti a immagine di Dio. È un piccolo, ma prezioso decalogo, peraltro utile a tutte le età, quello che l’Arcivescovo lascia ai giovanissimi e giovani che stanno frequentando l’oratorio estivo «TuXTutti», agli educatori e ai volontari impegnati nelle attività.
L’itinerario
Per un’intera giornata come prima tappa di una serie di incontri, infatti, l’Arcivescovo visita gli oratori della Valsassina, da Cremeno a Pasturo, da Barzio a Introbio, Margno, Premana fino ad arrivare poi a Lecco, e più precisamente a Maggianico. Dialogando, benedicendo, pregando, soffermandosi per qualche battuta scherzosa, tra le foto di rito, gli immancabili selfies, le ore passano in fretta. I paesi più piccoli sono mobilitati: a ogni sosta, oltre ai parroci, è sempre presente il Sindaco con la fascia tricolore, a testimoniare l’importanza dell’oratorio per il territorio e l’intera cittadinanza. Come si vede per esempio a Pasturo dove, tra le cime verdissime dei monti, ragazzini e ragazzine del piccolo oratorio accolgono l’Arcivescovo con l’ormai tradizionale kaire sulle note dell’inno e dei balli ufficiali dell’estate 2023, mentre, con le loro maestre, arrivano anche i piccoli della scuola di infanzia.
Il senso dell’ospitalità
«Per una bella coincidenza la parola del giorno (che cambia quotidianamente e su cui i partecipanti all’oratorio sono invitati a riflettere) è “ospitare” – spiega don Gianmaria Manzotti, responsabile della Pastorale giovanile del Decanato Primaluna – e oggi noi ospitiamo il nostro Arcivescovo». E anche lui, in riferimento alla pagina del Vangelo di Giovanni 1, 36-39 che viene proclamata, richiama il senso dell’ospitalità.
«Gesù ospita a casa sua i due discepoli che lo stavano seguendo e ora voi ospitate me. Entrando nel vostro oratorio, vedo che avete esposto delle bandierine, che il campo è stato messo in sicurezza. Chi ha fatto tutto questo? I volontari, gli adulti, la gente di Pasturo ha fatto tante cose per accogliervi. La prima parola da dire è grazie. Vi raccomando di sapere ringraziare sempre».
Poi, la consegna dell’immaginetta con la preghiera composta dall’Arcivescovo stesso a cui si ispirano gli altri suoi «consigli»: «Vedo stampato sulle vostre magliette il motto “TuXTutti”: la mia preghiera è proprio la spiegazione di cosa significhi questo perché esprime la domanda: “Maestro dimmi che cosa devo fare”».
L’occasione di amare
«Dovete non perdere l’occasione per amare. I giorni sono diversi, ma il nome proprio di tutti è “occasione per amare”. Non lasciate che qualcuno vada via da voi o entri in casa senza un sorriso… Infine, non sottovalutatevi mai. Questo vale soprattutto per gli educatori, perché gli adolescenti, talvolta, non sono contenti di loro. Invece vi dico che siete capaci, per esempio, di servire i più piccoli. Ma, anzitutto, pensate che siete fatti a immagine di Dio e perciò siete autorizzati ad avere stima di voi, perché Dio ha stima di voi. Non dimenticatevi mai di essere felici».
La recita corale della preghiera dell’immaginetta che ognuno tiene in mano diventa così quasi una prova generale della lettura che l’Arcivescovo raccomanda di fare anche a livello personale, ogni giovedì. A Federico che, a nome di tutti gli animatori, gli chiede un ulteriore consiglio, risponde: «Prendete un foglietto su cui scrivere i nomi di coloro che vi sono affidati: leggetelo ogni sera, pregando per loro, sorridete per dare il benvenuto e scoprite il bene che potete fare».
Parole che l’Arcivescovo – accanto a lui il vicario episcopale di Zona, monsignor Maurizio Rolla -, propone anche a Barzio di fronte ai ragazzi delle Medie con cui si ferma per il pranzo: «Noi siamo al mondo per dire che siamo chiamati a essere felici: la strada della gioia la insegna Gesù, sorridere, avere stima di sé, realizzare la propria vocazione. Voi, benedetti da Dio, diventate una benedizione per tutti quelli che incontrate», conclude l’Arcivescovo affidando a Maria «l’oratorio e la nostra estate».
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