Su questo rifletterà il Consiglio presbiterale diocesano, convocato per la tredicesima sessione presso il Centro pastorale ambrosiano di Seveso
di Marco
BOVE
Il Consiglio presbiterale diocesano, in quanto organismo consultivo a disposizione del Vescovo, di norma si occupa di questioni relative agli orientamenti e alle scelte pastorali della nostra Chiesa diocesana. La prossima sessione del Consiglio, fissata per martedì 30 aprile, in realtà sposta l’obiettivo dalla pastorale in senso stretto al presbiterio e alla vita dei preti.
Il tema scelto, già dal titolo, può sembrare inusuale e comunque distante dai problemi delle nostre comunità cristiane: «La vita affettiva del presbiterio nella Diocesi ambrosiana». Istintivamente sembra di doversi occupare di questioni personali, verrebbe da dire quasi “private” dei sacerdoti, ma in realtà non è così. L’orizzonte entro il quale si intende affrontare il tema invita a riflettere innanzitutto sull’importanza di questo tema per la vita spirituale del presbitero, nella situazione attuale, consapevoli del profondo significato teologale degli affetti.
Tuttavia la Commissione che ha predisposto lo “Strumento di lavoro” ha messo in evidenza come il tema scelto abbia molte implicazioni con diversi aspetti della vita ecclesiale e diocesana, e per questo chiede una serie di attenzioni e di decisioni, legate alle diverse fasi della vita del sacerdote, dal tempo del Seminario all’età anziana. Sono state dunque messe in evidenza sei “aree” di attenzione, attorno alle quali il Consiglio sarà invitato a confrontarsi e a offrire al Vescovo gli opportuni suggerimenti. Di quali aree si tratta?
a) La formazione al ministero (temi, esperienze, accompagnamenti, discernimento… in ordine alla maturità affettiva del futuro sacerdote);
b) La formazione permanente (opportunità e iniziative, occasioni formative, luoghi deputati a un accompagnamento specifico…);
c) Condizioni di vita che sostengono un buon equilibrio affettivo nel celibato (esperienze in atto di fraternità, condivisione di vita con altre vocazioni, vita comune…);
d) Forme di esercizio del ministero che favoriscono relazioni affettive costruttive (destinazioni, comunità pastorali, ministeri particolari…);
e) Fragilità e disordine negli affetti, come prevenzione e come accompagnamento (situazioni di isolamento, comportamenti di grave scandalo, situazioni patologiche…);
f) La cura del presbitero e del presbiterio (il compito del Vescovo e dei suoi collaboratori, il ruolo della Comunità cristiana, l’attenzione dei confratelli attraverso il Decanato…).
Come si può notare, il tema così impostato si allarga parecchio, come è inevitabile, ed è per questo che la Commissione preparatoria suggerisce l’opportunità di rilanciare e approfondire ulteriormente i diversi aspetti richiamati, sia proponendo di poter tornare sul tema in ulteriori sessioni del Consiglio, sia chiedendo ad altri soggetti, implicati per ragioni di competenze e di responsabilità, di affrontare le questioni rimaste aperte o inevase.
L’impressione è che la prossima sessione del Consiglio presbiterale possa essere l’inizio di un percorso di più ampio respiro e che – secondo modalità e tempi ancora tutti da valutare e da decidere, soprattutto da parte del Vescovo – potrà offrire spunti di riflessione per nuove scelte diocesane, per favorire la formazione dei futuri preti e la vita quotidiana, in vista di un esercizio del ministero più aderente alle sfide e alle fatiche di oggi, ma anche più capace di annunciare il Vangelo, non solo dal pulpito, ma soprattutto nella quotidianità, attraverso una vita serena, pacificata e affettivamente equilibrata.