Redazione

Mi chiamo Cinzia. Ero ragazza madre all’età di 17 anni. Dopo aver subito (da parte di familiari e amici) tante pressioni per indurmi a rifiutare la mia gravidanza, mi sono trovata con tanta paura e tristezza, ma anche con tanta voglia di lottare per questa vita che cresceva dentro di me. Poi ho conosciuto i responsabili di una Casa di Accoglienza alla vita, che mi hanno accolta e aiutata, dandomi la forza di lottare per il mio bambino, e mi hanno rasserenato. All’interno della Casa ho scoperto il vero senso della vita e sono riuscita con tutto l’amore verso mio figlio a superare le avversità della vita.

La cosa più grande era sapere e sentire che questa creatura cresceva dentro di me: la voglia di tenerlo tra le braccia e di coccolarlo era enorme, il pensiero di vederlo e toccarlo era presente in me tutti i giorni e tutte le ore.

Anche oggi che ne parlo non riesco a trattenere le lacrime di entusiasmo e di emozione: mi viene in mente quando la sera, sdraiata sul letto della mia stanza mentre mi accarezzavo il pancione, parlavo con mio figlio assicurandolo che la sua mamma non lo avrebbe mai lasciato e che avrei fatto il possibile per crescerlo con amore e serenità.

Oggi il mio bambino ha cinque anni; èmolto dolce e vuole bene sia alla sua mamma, sia al suo papà. Io e mio marito ci siamo sposati appena ho compiuto la maggiore età, abbiamo formato una splendida famiglia e siamo molto felici. Anche i miei genitori, che un tempo erano contrari, sono ora molto felici.

Sono poi tornata alla Casa di Accoglienza, ma come volontaria. Oggi ho dentro di me qualcosa di veramente grande, e sono contenta per questa grande esperienza di vita, per il mio bambino, grande dono che ha valorizzato la mia stessa vita.

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