Al Teatro della Luna di Assago l’incontro nazionale annuale di Medici con l’Africa Cuamm, dedicato al continente e alle sfide per la salute di mamme e bambini. La testimonianza di Serena Migliaccio, ostetrica che ha lavorato un anno in Angola

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di Filippo MAGNI

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Serena Migliaccio

All’ospedale di Chiulo nascono duemila bambini l’anno con solo un’ostetrica. Fino a poche settimane fa è stata Serena Migliaccio, rientrata in Italia dopo un anno in Angola. «Negli ospedali milanesi c’è un’ostetrica per parto – spiega -. A Chiulo mi è successo di seguire anche quattro travagli insieme. Fortunatamente le infermiere locali sono in grado di occuparsi un po’ di tutto». Non si può rifiutare nessuno: l’ospedale più vicino è a due ore d’auto.

«Accade spesso che una donna scopra di avere un problema legato alla gravidanza – racconta Migliaccio -. Da casa deve recarsi al “punto di salute” più vicino, dove viene effettuato un primo controllo. Poi è necessario trovare un mezzo che la porti all’ospedale. Spesso passano ore, se non giorni, dall’insorgere del problema all’accorgersene e a raggiungere l’ospedale». Arrivano già in emergenza, prosegue la dottoressa, «ma la soddisfazione è grande quando si riesce a risolvere il problema. È ciò per cui ho studiato e a Chiulo l’ho messo in pratica nella sua essenzialità». Non sono mancati casi drammatici. La mortalità neonatale in Angola è del 9,6%. «Il personale angolano ha sempre affrontato la morte come parte della vita – ricorda -, per loro è una possibilità quotidiana e accettata».

Migliaccio si è specializzata in ostetricia il 15 luglio 2016 e il 7 agosto già partiva: «Era il momento giusto, senza un lavoro che mi legasse a casa». È partita con Cuamm – Medici per l’Africa, verso l’ospedale di proprietà della Diocesi di Ondjiva, dove l’associazione è presente dal 2000 e, dal 2012, con “Prima le mamme e i bambini”, assistenza gratuita e qualificata al parto.

Chiulo si trova nel sud del Paese, in una zona desertica dove uno dei problemi principali è la siccità. L’acqua è scarsissima, la falda da cui attinge la città rischia spesso di asciugarsi. Secondo i dati dell’Opec, il 45% del pil dell’Angola e il 95% delle esportazioni sono legate al petrolio. La ricchezza fluttua in base al suo costo: nel 2014 un barile di greggio valeva 100 dollari, oggi 50. A agosto è stato eletto un nuovo presidente, João Lourenço, ex ministro della Difesa del suo predecessore, José Eduardo dos Santos, che era in carica ininterrottamente dal 1979. L’annuale ricerca di Mercer ha incoronato per il 2017 la capitale angolana Luanda come città più costosa al mondo per gli stranieri: ha superato Hong Kong, seconda, Tokio e Zurigo. L’Angola è un Paese di contraddizioni, conferma la dottoressa, «soprattutto nelle città, dove convivono baracche e resort di lusso dagli affitti esorbitanti». A Chiulo, invece, «la situazione è più omogenea. Le donne più “ricche” si riconoscono solo perché sono vestite un po’ meglio e perché sanno parlare portoghese». La maggior parte delle pazienti conosce solo il dialetto locale, barriera difficilmente superabile per instaurare rapporti di amicizia. «E comunque le necessità fanno sì che si fermino in ospedale il minimo indispensabile – ammette l’ostetrica -. La soddisfazione non è tanto nel conoscersi, ma nel mandarle a casa sane, con il loro bimbo».

Sabato 11 novembre a Milano, al Teatro della Luna di Assago, si terrà un incontro di Cuamm dedicato all’Africa e alle sfide per la salute di mamme e bambini (info e iscrizioni: www.mediciconlafrica.org; 049.8751279). Ci andrà anche Serena Migliaccio, per ascoltare i tanti ospiti previsti: il cardinale Gualtiero Bassetti, Mario Draghi, Paolo Gentiloni, Niccolò Fabi, Paolo Rumiz, Gian Antonio Stella, Stefania Chiale e Beppe Severgnini. Soprattutto, conclude, «per incontrare i tanti amici che come me hanno fatto esperienza con il Cuamm all’estero».

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