Il testo dell’Arcivescovo - il sottotitolo è «Per il progresso e la gioia della vostra fede» - si richiama all’Epistola di Paolo ai Filippesi e comprende sei Lettere che accompagneranno i fedeli nei diversi momenti dell’anno liturgico
Sarà a disposizione da lunedì 8 luglio la “Proposta per l’anno pastorale 2019-2020” scritta dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, e rivolta ai fedeli dell’Arcidiocesi in vista dell’anno che avrà inizio ufficialmente il 7 settembre. L’Arcivescovo tiene a sottolineare che non si tratta propriamente di una lettera pastorale, ma di un insieme di proposte che intendono accompagnare i fedeli ambrosiani lungo i diversi tempi dell’anno liturgico, intesi come situazioni capaci di sprigionare in modo promettente significative occasioni di crescita nella fede.
Monsignor Delpini, forte della convinzione «che la Gloria di Dio abita sulla terra e tutta la trasfigura» – in continuità con il suo motto episcopale Plena est terra gloria eius -, trae spunto dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi, invitando il popolo di Dio a valutare ogni situazione che si presenti come occasione di riflessione e crescita, anche nella vita civile: «Condivido con tutti i fedeli i sentimenti che l’Apostolo Paolo mi ispira, con gratitudine e ammirazione per la vita delle nostre comunità e confido la mia sollecitudine per tutti i fedeli che sono parte viva della Chiesa di cui sono servo e per tutta la gente che abita in questa terra: per tutti sento la responsabilità di annunciare il Vangelo e di dare ragioni della speranza, con dolcezza e rispetto».
«La nostra comunità è invitata ad alzare lo sguardo»
«La nostra Chiesa Diocesana, nel suo peregrinare in questa terra, segnata da una storia antica e da una irrequieta vivacità presente, sta assumendo un volto nuovo», osserva l’Arcivescovo in apertura. A partire dai quattro «tratti caratteristici», già delineati nel Documento di promulgazione del Sinodo «Chiesa dalle genti. Responsabilità e prospettive» – «la nostra comunità diocesana dimora nello stupore e si trova a proprio agio nella storia; (…) è sensibile al “forte grido” che protesta contro il male, che reagisce all’ingiustizia, che raccoglie il gemito dei poveri, che denuncia le prevaricazioni dei potenti (…) ed è invitata ad alzare lo sguardo per contemplare la promessa sposa, la sposa dell’Agnello» -, l’Arcivescovo propone quindi sei lettere (riunite nella pubblicazione complessiva), che ripercorrono le diverse fasi dell’anno liturgico, ravvisando nel susseguirsi ordinario di questi momenti quelle situazioni che possono diventare occasioni di grazia nel tempo vissuto in relazione con Dio.
1. Lettera per il mese missionario speciale – ottobre 2019, «Purché il Vangelo venga annunciato» (Fil 1,18)
2. Lettera per l’Avvento 2019, «Corro verso la meta» (Fil 3,14)
3. Lettera per il tempo di Natale. «E Gesù cresceva in sapienza età e grazia» (Lc 2,52)
4. Lettera per il tempo di Quaresima, «Umiliò se stesso, obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8)
5. Lettera per il tempo pasquale, «Siate sempre lieti nel Signore!» (Fil 4,4)
6. Lettera per il tempo dopo Pentecoste, «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito» (Fil 4,18)
All’inizio di ogni singola lettera viene proposta una citazione dell’Epistola ai Filippesi, sviluppando poi percorsi di analisi riguardanti la condizione attuale della Chiesa di Milano: prospettive, approfondimenti di alcuni aspetti concreti e proposte di passi da compiere. Non mancano poi suggerimenti relativi alla lettura di testi del Magistero di papa Francesco.
Un esempio significativo può essere questo passaggio della Lettera per il mese missionario straordinario (ottobre 2019): «La missione è obbedienza, non è impresa solitaria: ha la sua radice nella comunione, è praticabile da una fraternità, ha come intenzione di convocare per edificare la comunione dei molti che diventano un cuore solo e un’anima sola. I discepoli si purificano da ogni tentazione di proselitismo, di esibizionismo. Cercano di contrastare ogni inclinazione alla timidezza, al ripiegamento su di sé. Si liberano da ogni complesso di inferiorità. Obbediscono al Signore e vivono come inviati per annunciare il Vangelo. Sono chiamati a identificarsi e a riconoscersi nel mandato di Gesù, così da poter dire, come suggerisce Papa Francesco, io sono missione»
Infine, vengono segnalate quasi sempre al termine di ciascuna lettera «alcune date che meritano particolare attenzione e convocano per una partecipazione corale»
Conclude l’Arcivescovo: «Vorrei riassumere quanto ho scritto in queste sei lettere nell’invito a entrare nella celebrazione dei santi misteri con rinnovata disponibilità e attenzione, coraggio e semplicità, senso di appartenenza alla comunità e consapevolezza della propria responsabilità personale».
In appendice sono inseriti il testo integrale della Lettera ai Filippesi «da leggere e meditare» e il testo significativo dell’omelia della Messa crismale 2019, tenuta dall’Arcivescovo in Duomo giovedì 18 aprile.