Redazione
Dalle tradizionali iniziative spirituali e caritative, a riflessioni più “sociali”, aperte anche alla cittadinanza. Ecco come si sta vivendo la preparazione alla Pasqua in alcune comunità parrocchiali rappresentative del territorio diocesano.
di Stefania Cecchetti
È il tema dell’essere cristiani nella società il filo rosso di molti dei cammini quaresimali proposti dalle parrocchie della diocesi. Accanto alle iniziative tradizionali di spiritualità e carità. Abbiamo scelto tre parrocchie, rappresentative del territorio diocesano.
GALLARATE
Cominciamo dalla parrocchia di Santa Maria Assunta a Gallarate, che punta sul venerdì come giorno “forte” della Quaresima. Come spiega il parroco, monsignor Franco Carnevali, «proponiamo momenti di preghiera diversi, sia per gli adulti, che per i ragazzi, che sono invitati alla Via Crucis. Dopo i vespri c’è la cena povera: mangiamo solo una minestra o un piatto di pastasciutta e il corrispettivo del pasto viene devoluto a progetti caritativi. È anche l’occasione per illustrare a chi partecipa l’attività dei missionari originari della parrocchia o di altre figure significative». Il venerdì è anche il giorno del quaresimale, che quest’anno sarà sul tema dell’impegno dei cristiani nella storia: «Appuntamento i primi tre venerdì di Quaresima – spiega monsignor Carnevali -. Il quarto ci sarà la Via Crucis con l’Arcivescovo, a Tradate, mentre l’ultima settimana sono proposte tre serate di esercizi spirituali». Ma la parrocchia, in occasione della preparazione alla Pasqua, apre le sue porte anche alla città: «È tradizione – prosegue il parroco – che all’inizio della Settimana Santa si organizzi una celebrazione penitenziale aperta alla cittadinanza, che in genere è abbastanza frequentata. Quest’anno, poi, proporremo anche la visione del film La rosa bianca – Sophie Scholl. Ci sembrava significativo per riprendere il tema dell’impegno dei cristiani nella società».
MILANO
Quaresima di attenzione alle diverse categorie di parrocchiani, per San Barnaba in Gratosoglio, a Milano. Oltre ai ritiri per le tradizionali fasce di età (bambini, giovani, adulti), c’è un iniziativa molto particolare di cui ci parla il parroco, don Giorgio Guidi: «Un paio di anni fa abbiamo pensato di proporre in Quaresima un ritiro specifico per i quarantenni. Mi sono accorto che intorno a questa età si tende a essere considerati dalla parrocchia come genitori, come coppia, ma quasi mai come singoli cristiani». La proposta è legata a doppio filo alla storia della comunità: «La nostra parrocchia è nata negli anni Settanta e il gruppo dei giovani di allora, che adesso ha circa sessant’anni, è sempre stato molto forte e attivo. Con il rischio di mettere un po’ in ombra le nuove leve. È bene che ci sia il passaggio del testimone, per questo vogliamo puntare sugli adulti di oggi. Quello che hanno ricevuto da giovani non basta più, c’è bisogno per loro di una proposta calibrata sull’esperienza attuale». In generale la Quaresima è un momento forte per la parrocchia di San Barnaba. Quest’anno il tema centrale scelto delle riflessioni in preparazione alla Pasqua è quello della “carità politica”: «Abbiamo scelto come punto di riferimento – spiega don Guidi – i cinque ambiti di testimonianza segnalati nel documento di preparazione al convegno ecclesiale di Verona , che cercheremo di declinare in diverse modalità. Li illustreremo soprattutto attraverso le pagine nell’inserto parrocchiale al Segno o durante le celebrazione del venerdì sera. Particolarmente interessante l’incontro previsto sull’educazione con una psicologa del Ceas che si occupa di educativa di strada nei nostri quartieri».
OGGIONO
È una Quaresima molto spirituale, invece, quella della parrocchia di Santa Eufemia a Oggiono, come spiega il parroco, don Amintore Pagani: «La nostra è una parrocchia che tiene alle sue tradizioni. In Quaresima curiamo molto la liturgia, proponendo la Via Crucis tutti i venerdì, che poi sfocia nella grande processione del Venerdì Santo, a cui partecipa tutto il paese e che è animata da figure vive che impersonano i quadri della passione». Molto sentita è la celebrazione del Giovedì santo, durante la quale vengono accolti l’olio dei catecumeni, degli infermi e il crisma: «Invitiamo tutti i bambini, specialmente quelli della prima Comunione e Cresima, e anticipiamo alla mattina la lavanda dei piedi. Un commentatore spiega ai numerosi bambini e genitori presenti il significato dei gesti che si compiono. In genere è una celebrazione molto partecipata, come tutte quelle del Triduo, che vogliamo siano particolarmente solenni, con il coro che accompagna e sottolinea i momenti salienti». Insomma, conclude don Pagani, «non facciamo nulla di particolare, se non vivere con intensità questo momento forte del tempo liturgico». Anche semplicemente nella quotidianità di ciascuna casa: «Le famiglie sono invitate a pregare utilizzando lo strumento distribuito dalla diocesi, abbiamo visto che la gente lo apprezza molto».